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Intel: licenziamenti su larga scala per ristrutturare l’azienda e tagliare 1,5 miliardi all’anno

Il colosso dei semiconduttori Intel sta affrontando un periodo di grandi difficoltà, segnato da una dolorosa riorganizzazione interna e da un evidente arretramento nel settore dei chip per l’intelligenza artificiale (AI). Il CEO Lip-Bu Tan ha recentemente ammesso con chiarezza che Intel è ormai lontana dal poter competere con il gigante NVIDIA nel campo dell’AI, e tentare di colmare questo divario appare oggi praticamente impossibile. Un’ammissione cruda, che non ha risparmiato nessuno, né i dipendenti né gli azionisti.

La ristrutturazione di Intel si traduce in una nuova ondata di licenziamenti che coinvolgerà migliaia di lavoratori negli Stati Uniti, con un taglio previsto soprattutto nel back office delle sedi in California, Oregon e Texas. Ma le riduzioni di personale non si limitano al solo territorio americano, anche la fonderia israeliana subirà perdite, con centinaia di posti di lavoro cancellati. Solo negli Stati Uniti si parla di oltre 5.000 licenziamenti, parte di un piano più ampio che negli ultimi dodici mesi ha già portato all’uscita di oltre 20.000 dipendenti. L’obiettivo dichiarato è quello di risparmiare più di 1,5 miliardi di dollari l’anno, mirando a un’azienda più snella, efficiente e capace di rispondere più rapidamente alle esigenze del mercato.

Nonostante questi drastici tagli, la situazione finanziaria resta critica, secondo quanto riportato dall’articolo di Silicon nel 2024 il valore di borsa di Intel è precipitato del 60%, con perdite superiori ai 16 miliardi di dollari solo nel terzo trimestre. La speranza di Tan è che questa “cura da cavallo” possa rappresentare il punto di svolta necessario per rimettere l’azienda su un percorso di crescita sostenibile e competitiva.

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Intel: licenziamenti su larga scala per ristrutturare l'azienda e tagliare 1,5 miliardi all'anno 3

Il nuovo corso di Intel verso l’AI agentica

La dura realtà emersa dalla comunicazione interna di Tan non lascia spazio a illusioni, Intel non figura più tra le prime dieci aziende mondiali nel settore dei semiconduttori mentre NVIDIA, guidata da Jensen Huang, domina incontrastata il campo dell’AI con una valutazione di mercato che ha raggiunto i 4.000 miliardi di dollari. Il gigante verde ha consolidato una posizione difficilmente scalfibile, spingendo Intel a ripensare radicalmente la propria strategia.

Il nuovo piano si concentra sull’AI agentica e sulla computazione periferica, cioè sull’uso di modelli di intelligenza artificiale che operano direttamente sui dispositivi locali, riducendo la dipendenza dai costosi data center. Questo spostamento punta a creare una nicchia distintiva e più sostenibile, affidata a un team di manager appena nominati.

Dal punto di vista dei prodotti, la situazione è mista. Mentre i processori mobile Lunar Lake hanno impressionato positivamente per efficienza e capacità grafiche, il settore desktop mostra ancora criticità. L’ultimo Core Ultra 9 285K non ha saputo superare i limiti delle generazioni precedenti, soffrendo di prestazioni stagnanti e instabilità. A complicare il quadro, l’incertezza intorno alla linea di GPU desktop Battlemage, che avrebbe potuto permettere a Intel di ritagliarsi uno spazio interessante tra AMD e NVIDIA, ma che ora sembra essere stata accantonata.

Questa fase di grandi cambiamenti impone un prezzo alto, soprattutto per i lavoratori, mentre Intel cerca di adattarsi e resistere in un mercato che evolve a ritmi vertiginosi e in cui il colosso californiano deve reinventarsi per non perdere definitivamente il treno dell’innovazione.

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Intel: licenziamenti su larga scala per ristrutturare l'azienda e tagliare 1,5 miliardi all'anno 4

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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