Google sta intensificando l’integrazione dell’intelligenza artificiale generativa in tutti i suoi servizi, con l’obiettivo di migliorare e personalizzare sempre più l’esperienza utente. Dopo aver applicato l’AI nel motore di ricerca, che ora è in grado di anticipare le domande degli utenti basandosi sulla loro attività, l’azienda ha iniziato a testare una versione potenziata di Google Discover, il feed personalizzato di notizie e contenuti.
Una delle novità più interessanti riguarda la trasparenza delle fonti. Mentre prima veniva mostrato solo il logo della testata, ora alcune schede di Discover presentano una pila di icone sovrapposte, ciascuna rappresentante una fonte che ha contribuito alla sintesi automatica. Toccando queste icone, l’utente può vedere un pannello che elenca tutti gli articoli originali da cui è stato tratto il riassunto generato dall’AI. Questo cambiamento porta a una maggiore chiarezza sulle fonti, un aspetto fondamentale soprattutto in un’epoca in cui la fiducia nelle notizie è sempre più messa in discussione.

Le sintesi AI portano a critiche da parte degli editori
Il sistema di riassunto usato da Discover si basa su un motore sperimentale chiamato AI Overviews, già implementato in Search. L’utente vede un estratto breve, di circa tre righe, con la possibilità di espandere il testo cliccando su “Vedi altro”. In fondo al riassunto espanso compare un disclaimer che sottolinea come il testo sia “generato con AI, che può commettere errori”, un avvertimento importante per non confondere la sintesi con una fonte definitiva e assolutamente affidabile.
Insieme a queste sintesi, Google sta anche sperimentando un nuovo tasto “Salva” direttamente sulle card di Discover, posizionato tra l’icona del cuore e il menù a tre puntini. Con un solo tap, gli utenti possono aggiungere articoli o video alla propria scheda Attività, facilitando il recupero dei contenuti preferiti in un secondo momento. Nonostante l’innovazione e l’intento di rendere l’esperienza di lettura più immediata e personalizzata, le funzionalità di sintesi non sono apprezzate da tutti, anzi stanno creando molteplici disagi.
Come segnalato da AndroidPolice, molte testate e editori stanno segnalando un drastico calo di traffico derivante dall’uso dell’AI da parte di Google. Questo perché gli utenti possono ottenere sintesi di più fonti senza cliccare direttamente sugli articoli originali, riducendo così le visite e i ricavi degli editori. Questo problema rimane uno dei punti più controversi nella diffusione dell’AI generativa nell’ambito dell’informazione online. Al momento, queste funzionalità sono ancora in fase di test, ma è molto probabile che diventeranno presto parte integrante di Discover. Il bilanciamento tra innovazione tecnologica e rispetto per il lavoro degli editori sarà la sfida da vincere nei prossimi mesi.
