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Twin Peaks: a quanto pare non ci sarà una stagione quattro secondo Mark Frost

Twin Peaks non tornerà. O almeno, non come lo abbiamo conosciuto. A mettere fine alle speranze di un’ulteriore stagione del capolavoro surrealista che ha rivoluzionato la televisione è lo stesso Mark Frost, co-creatore della serie insieme al compianto David Lynch. Con la morte del visionario regista, avvenuta nel gennaio 2025, sfuma anche l’ultima possibilità di riaprire le porte di quella cittadina tanto enigmatica quanto affascinante, dove il tempo sembrava liquido e i sogni avevano più potere della realtà.

L’eredità di un’opera irripetibile

Twin Peaks non è mai stata una semplice serie TV. Sin dal suo debutto nel 1990, è stata una sfida narrativa, un esperimento sensoriale e una meditazione sul dolore, la colpa e l’ignoto. Il revival del 2017, Twin Peaks: The Return, ha portato la serie a nuovi vertici sperimentali, chiudendo (o forse spalancando) un ciclo che sembrava non avere mai avuto un vero inizio.

Oggi, Frost dichiara senza mezzi termini che la quarta stagione non vedrà la luce. In un’intervista a Empire Magazine, ha confermato che lui e Lynch avevano discusso brevemente una possibile continuazione, ma la scomparsa del regista ha chiuso ogni porta: “Con David che ci ha lasciati, è difficile immaginare di fare qualcosa oltre questo. Sembra davvero che il cerchio si sia chiuso.”

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Il peso di una scelta finale

Frost, come leggiamo su Comic Book, ha anche condiviso dettagli inediti sul finale di The Return. La scena chiave in cui Dale Cooper tenta di “salvare” Laura Palmer e riportarla indietro ha diviso i due autori. Frost avrebbe voluto che quell’atto cancellasse il mistero originale, riportando la storia al suo punto d’origine. Ma Lynch — fedele alla sua visione karmica e tormentata — ha insistito: “Deve pagare un prezzo per ciò che ha cercato di fare.”

Il risultato è uno degli epiloghi più disturbanti e poetici mai visti sul piccolo schermo: Laura, sul punto di essere salvata, viene risucchiata ancora una volta nel suo destino, vittima del passato e delle scelte degli altri. Un momento che Sheryl Lee, interprete storica del personaggio, ha trasformato in puro dolore catartico.

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Un universo che non può essere replicato

Il mondo di Twin Peaks è indissolubilmente legato alla mente di Lynch. Il regista non ha solo diretto episodi o scritto copioni: ha impregnato la serie del suo linguaggio onirico, delle sue ossessioni visive, della sua inquietudine metafisica. Senza di lui, non sarebbe più Twin Peaks. Sarebbe solo un’eco, un’imitazione pallida.

Frost stesso riconosce che la serie non potrà continuare senza la benedizione (e la guida) del suo co-creatore. I diritti, condivisi tra i due, escludono un reboot non autorizzato. E francamente, sarebbe impensabile. Proseguire senza Lynch significherebbe snaturare l’anima della serie.

David Lynch: un addio che pesa come un sogno interrotto

Lynch è morto il 16 gennaio 2025, all’età di 78 anni, dopo aver lottato contro l’enfisema. Era diventato un’icona, un artista totale, capace di passare dal cinema al design del suono, dalla pittura alla regia di videoclip, senza mai perdere la sua identità. Film come Mulholland DriveBlue Velvet e Eraserhead resteranno per sempre punti cardinali di un cinema che non dà risposte, ma pone le domande giuste.

La sua assenza, ora, è un vuoto che si fa sentire in ogni riflessione sul futuro di Twin Peaks. E proprio perché la sua presenza era tanto totalizzante, è giusto che la serie si fermi con lui. Continuare sarebbe un tradimento, un gioco senza regole in un mondo che viveva solo delle regole invisibili che Lynch sapeva scrivere.

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L’ultima tazza di caffè

A volte, non avere tutte le risposte è la risposta più onesta. Twin Peaks ci ha insegnato a convivere con il mistero, con la possibilità che certe porte non si aprano mai. Ed è proprio questo che la rende immortale.

Il finale aperto de The Return non è una promessa non mantenuta, ma un invito alla contemplazione. Come il fuoco che cammina con noi, Twin Peaks continua a bruciare sotto la superficie della cultura pop. Ma non tornerà. E forse, è proprio così che doveva finire.

Leggi anche: ADDIO A DAVID LYNCH: CI LASCIA A 78 ANNI IL VISIONARIO DIETRO TWIN PEAKS E BLUE VELVET

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Nicola Gargiulo

Nicola Gargiulo

Grafico e Copywriter di professione, nerd per ossessione. Cresciuto a latte, anime, videogiochi, film, serie TV, manga e fumetti cerco di diffondere il "verbo" tramite la parola scritta e lo spazio concesso dall'internet e dai capoccia di Dr. Commodore, detti anche "Gorosei".

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