Revolut finisce sotto la lente dell’AGCM, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, per una serie di pratiche ritenute scorrette e potenzialmente ingannevoli. L’indagine coinvolge Revolut Group Holdings Ltd, Revolut Bank UAB e Revolut Securities Europe UAB. A scatenare l’attenzione delle autorità italiane è stata la promozione di servizi di investimento e bancari poco chiara, se non addirittura fuorviante, secondo le prime ricostruzioni.
Il primo punto critico espresso dall’AGCM nel comunicato, riguarda gli annunci pubblicitari che promettevano “investimenti azionari senza commissioni”, ma che non spiegavano adeguatamente le limitazioni dell’offerta. Gli utenti, attratti dall’assenza apparente di costi, finivano per investire in azioni frazionate, senza reali diritti di voto e con scarsa trasferibilità, oltre a incorrere in costi nascosti. Una mancanza di trasparenza ritenuta particolarmente grave se si considera la crescente popolarità della piattaforma tra i piccoli investitori.
Anche il trading in criptovalute sarebbe stato promosso senza fornire informazioni fondamentali. Revolut non avrebbe chiarito che, durante l’operazione, non è possibile intervenire sulle impostazioni di strumenti chiave come lo stop-loss e il take-profit, fondamentali per contenere le perdite in un mercato estremamente volatile come quello delle crypto. La mancata possibilità di modificare questi parametri è una lacuna che può esporre gli utenti a rischi maggiori, e che l’AGCM considera una potenziale violazione del diritto all’informazione.

Conti Revolut bloccati e assistenza carente: le accuse non finiscono qui
Le accuse mosse dall’Antitrust non si fermano al settore investimenti. Sotto la lente ci sono anche i servizi bancari, con una gestione giudicata eccessivamente aggressiva e poco comunicativa. Revolut è accusata di aver sospeso, bloccato o limitato l’accesso ai conti degli utenti senza fornire motivazioni chiare né un preavviso adeguato. In molti casi, gli utenti si sarebbero ritrovati improvvisamente senza accesso ai propri fondi, senza ricevere un supporto efficace né informazioni sufficienti da parte dell’azienda.
A ciò si aggiunge la scarsa chiarezza nel passaggio dall’IBAN lituano (LT) a quello italiano (IT), ancora in corso. Secondo l’AGCM, la compagnia non ha spiegato con precisione le condizioni per ottenere il nuovo IBAN, lasciando molti clienti nella confusione più totale. Il cambiamento, teoricamente pensato per migliorare la localizzazione dei conti italiani, rischia così di generare più disagi che benefici.
L’8 luglio, il Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza ha effettuato un’ispezione presso gli uffici italiani di Revolut Bank UAB. Al momento non ci sono sviluppi ulteriori, ma l’indagine è ufficialmente aperta e potrebbe protrarsi nei prossimi mesi. Una fase delicata per la fintech e un’altra grana dopo la salata multa della Banca della Lituania, che nel frattempo continua il suo processo di espansione in Italia tra migrazione degli IBAN e servizi sempre più capillari, ma ora sotto un faro critico e puntato.
