Negli ultimi tempi, le bambole Labubu hanno conquistato il cuore di molti, spopolando tra influencer e celebrità come Rihanna, Cher e Kim Kardashian, che le sfoggiano orgogliosamente come accessori alla moda, soprattutto sulle borse. Questi piccoli pupazzi, che ricordano con la loro forma coniglietti con grandi occhi e un sorriso pieno di denti, nascono dalla fantasia dell’artista di Hong Kong Kasing Lung e sono prodotti dal brand Pop Mart con sede a Pechino. Ma dietro l’apparenza giocosa e carina, si è scatenata una controversia che lega queste bambole a figure oscure e antiche, in particolare a Pazuzu, un demone della mitologia mesopotamica.
Pazuzu, nella tradizione antica, è una creatura temibile con un volto leonino, artigli d’uccello, ali e una coda di serpente. Nonostante l’aspetto spaventoso, veniva spesso invocato come protettore contro altri mali più terribili, una sorta di guardiano dall’aspetto inquietante. La somiglianza, o presunta tale, tra la Labubu e Pazuzu è emersa grazie a un video su TikTok, ormai rimosso, che affiancava un’immagine generata dall’intelligenza artificiale del demone con una foto della bambola, suggerendo un legame oscuro. Alcuni utenti sui social hanno quindi sollevato l’ipotesi che Labubu porti con sé energie demoniache, facendo leva anche su riferimenti biblici come 2 Corinzi 11:14: «Satana si maschera da angelo di luce».
Questa teoria, tuttavia, sembra più una catena di speculazioni e allarmismi che una realtà basata su prove concrete. L’azienda produttrice non ha mai confermato né smentito queste accuse, se non con un’ironia che si è manifestata in un falso “richiamo” pubblicato il primo aprile su X, prendendo in giro le voci di attività soprannaturali. Al contrario, molti utenti e fan delle Labubu hanno contestato con forza queste teorie, definendole infondate e dannose.

Il fenomeno globale e le conseguenze della fama delle bambole Labubu
Il successo delle Labubu ha raggiunto proporzioni tali da generare vere e proprie situazioni di tensione nei negozi che le vendono. A Londra, una filiale di Pop Mart ha dovuto sospendere la vendita in negozio per paura di disordini causati da acquirenti delusi dall’impossibilità di accaparrarsi un’edizione limitata. La popolarità ha raggiunto anche Singapore, dove una famiglia è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza mentre rubava una di queste bambole da una macchina afferratutto, episodio che ha fatto discutere sui social. Negli Stati Uniti, a California, invece, ladri sono entrati in un negozio portando via, oltre a dispositivi elettronici, diverse bambole Labubu.
Questo fenomeno globale testimonia quanto la moda e la cultura pop possano generare dinamiche insolite e talvolta persino pericolose. Le bambole Labubu rappresentano un gadget di design che mescola folklore nordico e immaginario contemporaneo, gli mancava soltanto diventare un esempio di come miti antichi possano riemergere in chiave moderna, a volte travisati o manipolati dai social media. Tra demonizzazioni ingiustificate e fanatismi da collezionismo, queste bambole sono diventate simboli di un nuovo modo di intrecciare cultura, intrattenimento e superstizione.
