Nel cuore della Cina, nella provincia di Hubei, sorge la diga delle Tre Gole, una delle strutture più ambiziose mai realizzate dall’essere umano. Concepita per domare il maestoso fiume Yangtze, questa gigantesca opera idroelettrica rappresenta un trionfo dell’ingegneria e, ad oggi, è un esempio estremo di come l’intervento umano possa arrivare a modificare, seppur in modo impercettibile, il comportamento fisico del nostro pianeta.
La diga, costruita tra il 1994 e il 2012, è un colosso capace di contenere oltre 10 trilioni di galloni d’acqua. Un progetto che ha richiesto quasi vent’anni di lavori e l’impiego di una quantità immane di materiale. La sua funzione non si esaurisce nella produzione di energia, che, in realtà, come riportato nell’articolo di edie, copre appena il 3% del fabbisogno elettrico cinese, molto meno rispetto al 10% inizialmente previsto, ma risponde anche a esigenze di contenimento delle inondazioni e di redistribuzione delle risorse tra le aree costiere e quelle interne della Cina.
Ma ciò che più sorprende è la sua capacità di influenzare la rotazione terrestre. Secondo i dati della NASA, la massa d’acqua sollevata dalla diga è tale da rallentare impercettibilmente la rotazione della Terra, prolungando la durata del giorno di circa 0,06 microsecondi. Un’inezia, certo, ma significativa dal punto di vista scientifico. Il fenomeno si spiega con le stesse leggi fisiche che regolano la rotazione di un pattinatore sul ghiaccio, ovvero se si allontana la massa dall’asse di rotazione, nel nostro caso, sollevando miliardi di tonnellate d’acqua, si rallenta il moto rotatorio.

Quando le grandi opere umane influenzano l’equilibrio del pianeta: il caso della diga delle Tre Gole
Le implicazioni e gli eventi che alterano il ritmo del pianeta sono ben note e molte di più rispetto alla sola diga citata. Per esempio il devastante terremoto del 2004 nell’Oceano Indiano accorciò la durata del giorno di 2,68 microsecondi. Anche un’auto in movimento, in teoria, ha un effetto infinitesimale sull’equilibrio del globo. Ma quando si parla di opere come la diga delle Tre Gole, l’impatto non è più solo teorico ma diventa misurabile.
È qui che entra in gioco una riflessione più ampia. Ogni grande opera umana, oltre alla sua funzione pratica, diventa simbolo di un impulso più profondo, provando a soddisfare il desiderio di controllare la natura, di sfidare i limiti imposti dal mondo fisico, di lasciare un segno duraturo. Eppure, in questa corsa al progresso, emerge anche la nuova consapevolezza che nessuna costruzione, per quanto colossale, è neutra rispetto al fragile equilibrio della Terra.
L’impatto ambientale, geologico e perfino astronomico delle infrastrutture moderne costringe a ripensare il concetto stesso di sviluppo. Non si tratta più solo di chiedersi se possiamo realizzare un’opera, ma quali conseguenze essa potrebbe avere sul lungo periodo. La diga delle Tre Gole, nella sua imponenza, ricorda che ogni intervento tecnico comporta anche conseguenze etiche e ambientali.
