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One Piece ha fatto quello che Star Wars non è riuscito a fare con il suo esercito di Cloni

Nel mondo degli anime (tipo One Piece) e dei film il concetto di “esercito di cloni” è stato esplorato più volte, ma raramente con la profondità emotiva e narrativa che One Piece ha saputo costruire attorno alla figura di Bartholomew Kuma. Mentre Star Wars: The Clone Wars ha saputo espandere l’universo creato da George Lucas con soldati cloni autonomi e fedeli alla Repubblica, la saga di Eiichiro Oda va oltre: offre un racconto di dolore, oppressione e sacrificio che trasforma un esercito replicato in una tragedia personale.

Kuma non è Jango Fett: è molto di più

Come leggiamo su Comic Book, Jango Fett, nella mitologia di Star Wars, è un cacciatore di taglie scelto volontariamente per diventare il modello genetico dell’intero esercito della Repubblica. In cambio, ottiene denaro e la possibilità di crescere un figlio-clone, Boba Fett. È una figura fredda, pragmatica, ma anche rispettata, il cui lascito è costruito sul consenso.

Kuma, invece, è l’esatto opposto. Non sceglie nulla. È mezzo Buccaneer, una razza perseguitata dal Governo Mondiale per secoli. Viene ridotto in schiavitù da bambino, torturato, manipolato e infine trasformato in un’arma senz’anima. Il suo consenso è estorto con ricatto: accetta la sua sorte solo per salvare la figlia Bonney da una malattia letale.

One Piece ha fatto quello che Star Wars non è riuscito a fare con il suo esercito di Cloni
One Piece ha fatto quello che Star Wars non è riuscito a fare con il suo esercito di Cloni 3

Una tragedia moderna

Kuma è diventato il modello per l’esercito dei Pacifista, cyborg disumanizzati e spietati, strumenti perfetti del regime mondiale. Ma dietro quella corazza metallica, resta una coscienza spezzata. A differenza dei cloni di Star Wars, a cui è stata data almeno una parvenza di umanità e individualità, Kuma viene deprivato di tutto: della sua identità, del suo corpo, della sua volontà.

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One Piece: la forza del messaggio di Oda

Attraverso la storia di Kuma, One Piece denuncia le dinamiche oppressive del potere: il razzismo sistemico, la schiavitù, la sperimentazione su corpi senza diritti. È una metafora potente, incarnata da un personaggio che nonostante tutto continua a combattere, anche quando non è più “umano”.

Lì dove Star Wars ha costruito un mito sull’efficienza di un esercito clonato, One Piece ha costruito una tragedia sull’abuso di un singolo essere umano. E forse, proprio per questo, ha colpito più forte.

Leggi anche: ONE PIECE: UN FAN RICREA LA COPERTINA SCARTATA DA ODA PER IL VOLUME 112

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Nicola Gargiulo

Nicola Gargiulo

Grafico e Copywriter di professione, nerd per ossessione. Cresciuto a latte, anime, videogiochi, film, serie TV, manga e fumetti cerco di diffondere il "verbo" tramite la parola scritta e lo spazio concesso dall'internet e dai capoccia di Dr. Commodore, detti anche "Gorosei".

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