L’autostrada Transfagarasan in Romania, nota per essere uno dei percorsi panoramici più suggestivi al mondo, si snoda tra i monti Fagaras nei Carpazi romeni attirando motociclisti da tutta Europa. Ma il 3 luglio 2025, quella stessa strada ha fatto da sfondo a una tragedia che ha scosso l’opinione pubblica. Secondo quando riportato da Repubblica, Omar Farang Zin, 48 anni, originario di Samarate in provincia di Varese, ha perso la vita in seguito all’attacco di un orso bruno nei pressi della diga di Vidraru, a circa 500 metri dalla DN7C.
Secondo quanto riportato dai media locali, l’uomo era giunto in zona a bordo della sua motocicletta, documentando con entusiasmo il viaggio sui social. Sul suo profilo Facebook aveva pubblicato, appena il giorno prima, selfie e video che ritraevano orsi intenti a passeggiare indisturbati lungo il ciglio della strada. Un’immagine che racconta il fascino della natura selvaggia, ma anche la pericolosa familiarità che alcuni turisti tendono ad avere con essa.
Le autorità romene hanno confermato che l’uomo sarebbe sceso dal mezzo per avvicinarsi a un’orsa con tre cuccioli. In un frangente particolarmente rischioso, il tentativo di scattare un selfie da distanza ravvicinata avrebbe innescato l’attacco. Dopo essere stato ferito, Zin è stato trascinato per circa 60 metri giù per un burrone. Il corpo, recuperato circa un’ora dopo dalle squadre di soccorso in una zona impervia, presentava ferite multiple causate dai morsi dell’animale.

Rischi legati ai comportamenti imprudenti dei turisti in Romania
Il caso ha riacceso il dibattito in Romania sull’emergenza legata alla sovrappopolazione di orsi nella zona dei Carpazi. Nell’area circostante la diga di Vidraru, secondo le stime ufficiali, si contano almeno 112 esemplari, un numero quattro volte superiore a quello ritenuto sostenibile. Le autorità hanno riferito che, dopo l’identificazione dell’orsa, si è proceduto con il suo abbattimento. La misura estrema è stata giustificata dalla pericolosità del contesto e dal fatto che non si trattava del primo episodio critico in quanto, solo nel mese di maggio, un turista polacco e una donna spagnola erano rimasti feriti in due distinti attacchi nella stessa zona.
La morte di Zin ha aperto anche un altro fronte, quello del comportamento dei turisti nei confronti degli animali selvatici. Scendere dal veicolo per avvicinarsi a fauna potenzialmente pericolosa è un gesto che, motivato dalla curiosità o dalla voglia di condivisione social, comporta rischi enormi per la propria incolumità e anche per l’equilibrio dell’ecosistema stesso. La storia di Zin, documentata tragicamente da lui stesso fino a poche ore prima del fatto, rappresenta un monito per chiunque si avventuri in territori dominati dalla natura.
Nel caos mediatico scatenato dalla vicenda, non è mancato nemmeno un riferimento tragicomico al celebre meme che da qualche anno circola online: “Preferiresti rimanere in una foresta con un uomo o un orso?”. Un quesito ironico, diventato virale proprio per la sua assurdità, che stavolta ha assunto un sapore amaro e che dimostra, per l’ignoranza di molti, che l’orso è più pericoloso dell’uomo. Perché quando la natura smette di essere uno scenario da fotografare e torna a imporsi nella sua forma più autentica e imprevedibile, non c’è risposta semplice né divertente. Solo la consapevolezza, troppo spesso tardiva, dei limiti che si dovrebbero rispettare.
