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Addio a Jim Shooter: si spegne a 73 anni il controverso ex caporedattore di Marvel Comics

Jim Shooter, uno dei nomi più discussi e influenti dell’intera industria del fumetto americano, è morto all’età di 73 anni per un cancro esofageo. La notizia è stata annunciata dal collega Mark Waid, ex editor della DC Comics, con un post toccante su Facebook, in cui ha definito una delle prime storie scritte da Shooter, ovvero Adventure Comics #369 del 1968, come “la singola storia più influente sulla mia carriera”.

Figura centrale nel mondo dei comics, Jim Shooter non è mai passato inosservato, nel bene e nel male. Talento precoce, iniziò a lavorare professionalmente per DC Comics all’età di 14 anni, quando inviò una sceneggiatura della Legion of Super-Heroes disegnata a mano su carta da quaderno. Mort Weisinger, storico editor dei titoli di Superman, lo assunse senza sapere che stava firmando un contratto con un ragazzino. In poco tempo creò personaggi fondamentali per l’universo DC, come il villain Parasite e legionari iconici quali Princess Projecta, Ferro Lad e Karate Kid.

Il rapporto con Weisinger, però, fu difficile e Shooter lo avrebbe poi descritto come “abusivo”. Dopo una breve parentesi in Marvel nel 1969, tornò stabilmente nel 1975 su invito di Marv Wolfman. Tre anni dopo ne divenne editor-in-chief, carica che mantenne fino al 1987, segnando uno dei periodi più prolifici e innovativi della casa editrice.

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La controversia di Jim Shooter e l’eredità di Secret Wars

Durante la sua guida, Jim Shooter supervisionò serie leggendarie come Uncanny X-Men di Chris Claremont, Daredevil di Frank Miller, Fantastic Four di John Byrne e Thor di Walt Simonson. Implementò cambiamenti radicali per i lavoratori del settore, garantendo royalties, assicurazione sanitaria per i freelance, ritorno degli originali agli autori, e un sistema di bonus per incentivare la continuità narrativa.

Tuttavia, il suo stile manageriale venne spesso criticato come autoritario. Autori come Byrne lo accusarono di aver imposto restrizioni creative, inclusa una presunta politica di censura verso personaggi omosessuali, mentre altri, come Wolfman, affermarono che “i professionisti lasciarono Marvel in massa” sotto la sua direzione.

Il suo lascito più iconico resta Marvel Super Heroes Secret Wars del 1984, crossover di 12 numeri ideato su richiesta di Mattel per accompagnare una linea di action figures. La serie, che riuniva Avengers, X-Men, Spider-Man e altri eroi contro villain epocali su Battleworld, segnò la nascita dei grandi eventi narrativi condivisi. L’ottavo numero introdusse anche il costume nero di Spider-Man, che sarebbe poi diventato Venom. Secret Wars non fu solo un successo commerciale, ma una pietra miliare della narrazione seriale a fumetti, e ispirò il reboot del 2015 a opera di Jonathan Hickman, ora base per due prossimi film Marvel Studios.

Shooter scrisse anche Secret Wars II nel 1985, proseguendo l’epopea cosmica del Beyonder. Il suo impatto sul fumetto moderno è innegabile e nel corso della sua carriera ha difeso la dignità degli autori, ha alzato gli standard produttivi e ha anticipato le dinamiche che oggi governano gli universi narrativi interconnessi. Con la scomparsa di Jim Shooter si chiude un capitolo fatto di genio, ambizione e contraddizione. Un uomo che ha spaccato l’opinione pubblica, ma che ha anche contribuito a plasmare il fumetto così come lo conosciamo oggi.

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Leggi anche: La Turchia punisce chi fa satira su Maometto: arrestati alcuni fumettisti della testata Leman

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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