In un angolo futuristico di Pechino, il calcio ha vissuto una delle sue più insolite e curiose evoluzioni, grazie a quattro squadre di robot umanoidi che si sono sfidate in partite tre contro tre, guidate non da allenatori in panchina, ma da complessi algoritmi di intelligenza artificiale. L’evento, organizzato nella capitale cinese, ha trasformato il campo in una sorta di laboratorio all’aria aperta, dove la tecnologia si è messa alla prova con uno degli sport più imprevedibili e dinamici.
Sebbene l’ossessione per la perfezione tattica nel calcio moderno abbia spesso fatto parlare di un gioco “quasi robotico”, quello andato in scena in Cina ha mostrato che la strada per rimpiazzare i vari Mbappé e Bellingham è ancora lunga. I protagonisti meccanici, forniti dalla Booster Robotics, si sono dimostrati tutt’altro che impeccabili, tra goffi tentativi di calciare il pallone, frequenti cadute e prestazioni degne più di una commedia slapstick piuttosto che di una finale di Champions League. Alcuni Robot non sono nemmeno riusciti a rialzarsi, costringendo i tecnici a portarli fuori dal campo in barella come fossero infortunati veri.

Secondo Cheng Hao, fondatore di Booster Robotics, il campo da calcio rappresenta un perfetto banco di prova per sviluppare la mobilità e l’interazione complessa di queste macchine con l’ambiente. L’idea di una futura convivenza sportiva tra uomini e robot è affascinante, ma Cheng ha precisato che sarà necessario garantire la totale sicurezza dei partecipanti umani, lasciando intendere che siamo ancora in una fase ancora prima di quella preliminare.

La partita vista a Pechino, coinvolge anche squadre di umani
Oltre agli aspetti divertenti, la competizione ha evidenziato un elemento cruciale legato alla ricerca universitaria applicata. A sfidarsi non sono stati solo esseri meccanici, ma team accademici che hanno adattato e migliorato i loro “giocatori” con i propri algoritmi, portando in campo approcci diversi all’autonomia artificiale. Tra questi, la squadra della prestigiosa Tsinghua University, che si è aggiudicata la finale contro il team Mountain Sea della China Agricultural University, con un punteggio di 5 a 3.
Per gli esperti del settore, come il professor Subramanian Ramamoorthy dell’Università di Edimburgo, l’evento rappresenta un ulteriore passo avanti nella traiettoria evolutiva dei robot umanoidi. Nonostante i frequenti capitomboli, il progresso rispetto agli anni precedenti è evidente, richiamando esperienze come il RoboCup, il campionato mondiale delle squadre robotiche.
Oltre alla vittoria sportiva, l’entusiasmo degli studenti e dei supporter ha dato ulteriore valore alla manifestazione. Un sostenitore di Tsinghua ha riconosciuto il merito anche agli avversari, elogiando la creatività e le sorprese portate in campo. Un’osservazione che ben riflette lo spirito dell’iniziativa, non solo una gara per il punteggio, ma una celebrazione del potenziale tecnologico applicato allo sport.
