Il primo adattamento cinematografico di The Odyssey firmato Christopher Nolan non è ancora arrivato nelle sale, ma sta già sollevando interrogativi importanti. A lanciarli è Gregory Nagy, docente di letteratura greca ad Harvard, che in un’intervista ha messo in discussione uno dei momenti più controversi della figura di Odisseo: il presunto infanticidio alla fine della guerra di Troia.
The Odyssey e eroe oscuro: la sfida morale del nuovo protagonista di Nolan
Matt Damon interpreterà Odisseo in questo kolossal epico in arrivo il 17 luglio 2026. Accanto a lui, un cast stellare che include Tom Holland, Zendaya, Robert Pattinson, Anne Hathaway e molti altri. Ma l’eroe che Damon porterà sullo schermo non è esattamente un cavaliere senza macchia: secondo la tradizione omerica e la letteratura epica parallela, Odisseo potrebbe aver gettato il figlio di Ettore dalle mura di Troia.
“È un momento chiave, che nell’epica è descritto solo in filigrana,” spiega Nagy. “Eppure, il modo in cui The Odyssey racconta quell’episodio è profondamente emotivo: non mostra l’azione, ma la reazione di Odisseo, che piange come una madre a cui hanno ucciso il figlio. Come si può tradurre tutto questo in un film di grande pubblico?”

Non solo eroe: Odisseo come figura tragica
Come leggiamo su Screenrant, il personaggio di Odisseo ha sempre avuto tratti ambigui: astuto, manipolatore, eppure profondamente umano. Nolan, noto per i suoi protagonisti moralmente complessi e per le narrazioni non lineari, sembra il regista ideale per affrontare un materiale così delicato. Tuttavia, la domanda resta: The Odyssey mostrerà davvero quella scena? E, se sì, in che modo?
Odissea in IMAX: ambizione e rischio
Girato con tecnologia IMAX e ambientato in una Grecia mitologica dalle tinte fantasy, The Odyssey è uno dei progetti più ambiziosi della carriera di Nolan. Ma proprio perché tocca temi universali come il dolore, la memoria e il rimorso, dovrà confrontarsi con la violenza implicita del mito senza scivolare nella spettacolarizzazione.
La rappresentazione di un gesto così estremo non è solo una sfida visiva, ma anche narrativa: sarà un momento simbolico o un nodo centrale del film? Nolan ha spesso giocato con il tempo e il trauma nei suoi lavori – basti pensare a Memento o Oppenheimer – e questa potrebbe essere l’occasione per portare l’epica omerica a un nuovo livello di introspezione cinematografica.