Dal 9 giugno 2025, la Russia ha iniziato a rallentare drasticamente il traffico verso Cloudflare, uno dei principali servizi di sicurezza e ottimizzazione del web, rendendo inaccessibili numerosi siti a milioni di utenti russi. Questa mossa rappresenta un’altra strategia del governo russo per controllare l’accesso alle informazioni online, toccando portali di informazione, piattaforme tecnologiche e servizi di comunicazione.
Cos’è Cloudflare e perché è stato preso di mira
Cloudflare è una delle più grandi aziende di servizi per la sicurezza e la protezione DDoS a livello globale. Gestisce circa il 20% del traffico web mondiale, proteggendo milioni di siti e garantendo loro velocità e sicurezza anche durante attacchi informatici. Tuttavia, dal 9 giugno, molti utenti russi hanno iniziato a segnalare gravi difficoltà nell’accesso a questi servizi, con segnali di una manipolazione selettiva del traffico.

Il nuovo approccio alla censura: “traffic shaping” e il limite dei 16 kilobyte
Il governo russo ha introdotto un metodo di traffic shaping, limitando il trasferimento di dati a soli 16 kilobyte per richiesta. Questo significa che, sebbene le pagine più semplici possano ancora caricarsi, la maggior parte dei siti moderni, carichi di contenuti multimediali e script, risultano completamente inaccessibili. Questa strategia è più sofisticata rispetto a un blocco totale, e mira a fare apparire il traffico come ‘normale’, mentre in realtà impose barriere significative agli utenti.
Le conseguenze per cittadini e aziende
Il dimezzamento del traffico russo verso Cloudflare tra il 13 e il 15 giugno ha avuto ripercussioni immediate. Molte aziende che si appoggiano a Cloudflare hanno sperimentato interruzioni nei servizi essenziali, mentre i cittadini russi rischiano di restare isolati da notizie e informazioni globali. Secondo analisi, questa manovra è stata valutata da Cloudflare come un “tentativo deliberato di limitare l’accesso a Internet.”

Le implicazioni politiche e i rischi per la sicurezza
L’azione della Russia mira a rafforzare la propria sovranità digitale, limitando la dipendenza da infrastrutture occidentali e promuovendo l’uso di servizi controllati dallo Stato. Tuttavia, ciò comporta anche rischi per la sicurezza digitale delle imprese locali, privandole delle protezioni essenziali offerte da provider come Cloudflare.
Reazioni internazionali e tentativi di aggirare la censura
Organizzazioni per la libertà digitale e aziende tecnologiche internazionali hanno espresso preoccupazione per questa mossa, evidenziando la crescita della manipolazione selettiva del traffico come una minaccia per la libertà e l’integrità di Internet. In risposta, molti utenti russi stanno tentando di aggirare la censura attraverso l’uso di VPN e tecnologie correlate, nonostante la crescente aggressività del governo contro queste pratiche.
La decisione della Russia di rallentare il traffico verso Cloudflare costituisce un preoccupante precedente nel controllo statale dell’infrastruttura di Internet, con ripercussioni significative sulla libertà d’informazione, sulla sicurezza e sull’economia digitale.
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