In un’industria videoludica dominata da colossi multimilionari e titoli AAA sempre più gonfi di microtransazioni e live service, ogni tanto emerge un gioco che ricorda a tutti quanto possa essere potente una buona idea. È il caso di Peak, un piccolo gioco cooperativo sul tema dell’alpinismo che, in soli 6 giorni dal suo debutto del 19 giugno 2025, ha venduto oltre un milione di copie su Steam.
Nato da una jam tra gli sviluppatori di Aggro Crab (Another Crab’s Treasure, Going Under) e quelli di Landfall (Clustertruck), Peak è il perfetto esempio di cosa succede quando un concetto semplice incontra esecuzione brillante, ironia spontanea e un pizzico di fortuna virale. Il gioco sfida i giocatori a scalare montagne attraversando quattro biomi differenti, con condizioni climatiche in continuo mutamento. Ogni 24 ore la mappa cambia, offrendo esperienze sempre nuove, un sistema che si presta a sessioni di gioco brevi ma intense e soprattutto condivise.
Il prezzo del gioco è di soli 7.49€. Un dettaglio non secondario, in un’epoca in cui i videogiochi standard arrivano tranquillamente a costare 70-80 dollari. Proprio come Lethal Company, R.E.P.O. o Chained Together, anche Peak cavalca quel filone di titoli indie cooperativi pensati per un pubblico che non cerca la competizione, ma semplicemente un momento spensierato da condividere con gli amici. Da qui il nome del genere “friendslop” che racchiude quei giochi con concept semplici, accessibili a ogni tipo di utente, alle volte anche un po’ buggati o animati in modo superficiale, ma assurdamente divertenti se giocati in compagnia.

Peak: quando il marketing è un meme e il successo un incidente felice
Il successo di Peak non è stato pilotato da strategie di marketing milionarie, ma da una combinazione di passaparola, meme e… un nome azzeccatissimo. Il titolo, “Peak”, che in inglese può significare “vetta” ma è anche usato gergalmente per indicare qualcosa di eccezionale, è diventato il pretesto per una valanga di giochi di parole virali. Un singolo tweet ironico è bastato per attirare milioni di click verso la pagina Steam del gioco.
Anche la mascotte, un buffo personaggio chiamato Bing Bong, ha contribuito a creare affetto attorno al titolo, diventando rapidamente parte della conversazione social. E mentre gli sviluppatori di Aggro Crab scherzano con dichiarazioni come “perché questo stupido jam game ha venduto più copie di Another Crab’s Treasure, sto per crollare“, non possono che riconoscere l’impatto di questa piccola grande produzione. Il post celebrativo del milione di copie è ricco di commenti, anche da parte di altre realtà, come per esempio PocketPair (Palworld), Among Us o Cult of the Lamb, ognuno unitosi ai festeggiamenti per il traguardo con entusiasmo o con meme.
Peak è nato da un esperimento creativo, da un gioco realizzato in tempi rapidissimi, utilizzando strumenti già esistenti e seguendo la sola regola di divertirsi nel farlo. E quel divertimento, quella spontaneità, sembra essere arrivata forte e chiara anche ai giocatori. La verità è che il gioco non deve nulla a grandi budget o grafica da urlo, perché in fondo è semplicemente “Peak”, e il raggiungimento delle vette di Steam rappresenta una conferma più che sufficiente dell’adeguatezza di questa parola.
