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New York torna al nucleare: il nuovo progetto è una svolta strategica nel cuore della transizione verde

Per anni, il nucleare è rimasto una fonte energetica guardata con sospetto, relegata ai margini di un dibattito dominato da eolico, solare e gas naturale. Ma l’inerzia si è rotta, e oggi il panorama energetico globale registra un’improvvisa inversione di marcia, con il nucleare tornato di nuovo protagonista. La conferma più concreta arriva da uno degli Stati simbolo del progressismo americano come New York. Il governatore Kathy Hochul ha appena annunciato, attraverso un comunicato ufficiale, un piano ambizioso per costruire una nuova centrale nucleare, la prima da decenni, in collaborazione con la New York Power Authority (NYPA) e partner del settore privato.

Il progetto non nasce in un vuoto ideologico. Si inserisce, invece, in una rete di scelte strategiche dettate da esigenze reali, quali garantire una rete elettrica affidabile, abbattere drasticamente le emissioni (il target è una riduzione del 40% entro il 2030) e prepararsi a un futuro in cui ogni auto, casa e fabbrica richiederà energia pulita in quantità senza precedenti. A spingere il cambiamento, secondo The Verge, è una nuova alleanza inaspettata tra le grandi aziende tecnologiche, affamate di energia per i loro data center di AI, alcuni settori ambientalisti più pragmatici e l’inerzia amministrativa dall’era Trump.

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Nuove tecnologie, vecchie sfide

L’idea è quella di realizzare un impianto da almeno 1 gigawatt, una potenza che supera quella della diga di Hoover, basando il tutto su tecnologie nucleari avanzate come i reattori modulari di nuova generazione (SMR). A detta di Doreen Harris, presidente della New York State Energy Research and Development Authority, questa transizione “può offrire allo Stato una maggiore diversificazione delle risorse energetiche“, aprendo la strada a un sistema elettrico a zero emissioni, senza rinunciare alla stabilità.

Tuttavia, se il sogno nucleare si carica oggi di nuove speranze, non mancano i fantasmi del passato. Il caso della centrale di Vogtle, in Georgia, è emblematico: annunciata nel 2009, ha visto il completamento dei reattori 3 e 4 soltanto dopo 14 e 15 anni, con uno sforamento del budget di oltre 17 miliardi di dollari. Le ambizioni tecnologiche, insomma, devono confrontarsi con la complessità dei tempi, dei costi e del consenso sociale.

Nonostante tutto, il ritorno al nucleare sembra ormai inevitabile. L’elettrificazione dei trasporti, la dismissione delle centrali fossili e il boom di fabbriche e server farm impongono un’accelerazione della produzione energetica. Microsoft, Amazon e Google lo hanno già capito, spingendo per nuove infrastrutture atomiche per alimentare l’espansione dell’intelligenza artificiale. La NYPA si è già attivata per valutare località, tecnologie e modelli di finanziamento. Ogni sito verrà analizzato in base alla sicurezza pubblica, al supporto delle comunità locali e alla disponibilità di manodopera e infrastrutture.

Il progetto non solo potrà supportare la rete energetica interna, ma anche collaborare con altri Stati e perfino con il vicino Ontario, alimentando una rete regionale capace di condividere risorse, competenze e best practice. Il futuro nucleare di New York non sarà quindi un esperimento isolato, ma un tassello di una visione più ampia, fatta di energia abbondante, autonoma e (quasi) del tutto pulita, a sostegno di una nuova economia.

Energia pulita nucleare sintetizzata
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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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