Marvel ci ha permesso di visionare in anteprima tutti e sei gli episodi di Ironheart, la nuova serie disponibile su Disney+. Il risultato? Un mix inaspettato di stili e toni, a metà strada tra un heist movie e un teen drama dai risvolti sovrannaturali, con evidenti richiami tanto a Ocean’s Eleven quanto a The Magicians.
La serie si divide nettamente in due blocchi: i primi tre episodi si sviluppano come una classica storia di furti e inganni in perfetto stile Now You See Me, ma rivisitata in chiave Marvel, con un forte accento sulla tecnologia e l’azione. Gli ultimi tre, invece, virano verso atmosfere più mistiche e magiche, introducendo elementi sovrannaturali che sembrano voler espandere ulteriormente l’orizzonte narrativo dell’MCU.

Ironheart e i legami con l’universo cinematografico e fumettistico
Ironheart attinge a piene mani dal passato del Marvel Cinematic Universe, strizzando l’occhio ai fan di vecchia data. Luoghi, nomi ed eventi familiari legati alle storie di Iron Man tornano in scena, affiancati da nuove facce tratte dai fumetti che hanno l’intento di connettere ancora di più i diversi media del brand.
La serie infatti si presenta per certi aspetti come un prodotto transmediale, non sono inserito nell’ormai consolidato Universo Cinematografico, ma che strizza l’occhio alla carta stampata, con alcuni richiami a “One World Under Doom“, il nuovo grande evento fumettistico del 2025.
Questi legami e riferimenti incrociati sembrano puntare, in un modo nemmeno troppo velato, all’unificazione narrativa in vista dei prossimi grandi eventi cinematografici. Tra i nuovi personaggi spiccano infatti volti tratti da pubblicazioni recenti e che attualmente sono legati, nei fumetti, con il Dottor Destino, segno che Marvel sta cercando di costruire un ponte tra le sue storie a fumetti e quelle sullo schermo, preparando il terreno per ciò che avverrà durante e dopo il film di Secret Wars.
In questo contesto, temi come il lutto, la vendetta, l’etica e la sete di potere si intrecciano con la crescita personale di Riri Williams, una ragazza con un intelletto fuori dalla norma e con un dettaglio straordinario: indossa un’armatura di sua creazione. E perché lo fa? Semplicemente “perché può“.

I limiti del formato
Se da un lato l’unione tra mondi opposti – tecnologia e magia – si rivela l’idea più interessante della serie, con il contrasto tra i due elementi che, quando funziona, dona profondità e originalità, non sempre la scrittura riesce a sostenere l’ambizione del progetto.
Uno dei difetti principali di Ironheart è la compressione narrativa. Sei episodi sono semplicemente troppo pochi per sviluppare in modo credibile i personaggi e le loro relazioni. Le evoluzioni emotive e la crescita dei rapporti umani avvengono troppo rapidamente, senza il giusto spazio per svilupparsi in modo naturale. Questo porta a dinamiche forzate e a momenti in cui i personaggi compiono scelte che appaiono poco logiche, solo per far progredire la trama.
La scrittura richiede allo spettatore un’eccessiva sospensione dell’incredulità, non tanto per gli aspetti sci-fi o magici (che ormai sono pane quotidiano per l’MCU), quanto per le decisioni umane e le relazioni tra i personaggi, spesso poco giustificate o incoerenti. Pur presentando alcuni colpi di scena ben assestati e scelte di trama audaci, la serie soffre nel passaggio da un momento all’altro. I fili narrativi sono spesso tirati troppo in fretta, e la coesione generale ne risente.

Due anime, un’identità incerta
È come se ci trovassimo davanti a due mini-serie da tre episodi l’una, tenute insieme da un collante narrativo troppo fragile. La prima metà è tutta high-tech e adrenalina; la seconda è un tuffo nel misticismo. Presi singolarmente, i due blocchi funzionano anche bene – si percepisce una direzione artistica chiara e consapevole – ma l’operazione si complica quando si cerca di fonderli in un unico prodotto coerente, soprattutto nel contesto di un universo condiviso sempre più vasto e complesso.
Ironheart non è certo la peggiore serie che il MCU abbia prodotto negli ultimi anni, anzi. Alcuni momenti brillano per originalità, nonostante un finale che anche questa volta sembra frettoloso e raffazzonato, e la mancanza di hype attorno al progetto permette di apprezzarlo per quello che è, senza aspettative irrealistiche.
Si tratta di un prodotto pensato per i fan hardcore dell’universo Marvel, quelli che seguono ogni film, serie o speciale e sono già proiettati verso la prossima fase post-Secret Wars, anche considerando gli ultimi rumors sul futuro del MCU e su quelli relativi al prossimo film di Spider-Man che lasciano intuire di una futura serie di film dedicata al misticismo. Per gli spettatori più casual, quelli che, per intenderci, vanno al cinema solo per vedere i film degli Avengers e non si interessano di tutto il resto, potrebbe risultare un titolo di secondaria importanza, non essenziale per comprendere gli eventi principali dell’MCU dei prossimi anni.
In definitiva, Ironheart è una serie godibile, con buone idee ma che soffre di una esecuzione altalenante. Non rivoluziona l’MCU, ma offre uno sguardo interessante su quello che sarà il futuro remoto della saga – sempre che le fondamenta narrative vengano rafforzate nei futuri sviluppi.
I primi 3 episodi di Ironheart sono disponibili su Disney+ a partire dal 25 giugno, i restanti 3 arriveranno sulla piattaforma una settimana dopo.