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Finanziare la Giustizia Climatica: perché tassare i voli potrebbe salvare il pianeta

Volare è il mezzo di trasporto più inquinante in assoluto, eppure è anche uno dei più sovvenzionati. A causa dell’assenza di tasse sul carburante e di altri sconti strutturali, i biglietti aerei non riflettono i veri costi ambientali dei viaggi in alta quota, creando un paradosso che stride con i principi della giustizia climatica. Un nuovo studio della CE Delft, commissionato dalla Global Solidarity Levies Task Force e riportato da TheGuardian, ha deciso di affrontare questa disparità con una proposta tanto semplice quanto ambiziosa che prevede l’introduzione di una tassa sui biglietti aerei per raccogliere oltre 100 miliardi di euro all’anno da destinare alla lotta contro la crisi climatica.

La proposta prevede un sistema di tassazione progressiva, a partire da 10 euro per i voli brevi in classe economica, fino a 120 euro per i voli intercontinentali in business. In alternativa, un sistema basato sul consumo effettivo di carburante potrebbe generare circa 84 miliardi di euro, sebbene risulti più difficile da implementare senza incorrere in strategie elusive da parte delle compagnie aeree.

Una tassazione del genere troverebbe un sorprendente consenso popolare. Secondo sondaggi condotti da Oxfam e Greenpeace in 13 Paesi, circa il 75% delle persone sarebbe favorevole a far pagare di più ai passeggeri più ricchi. La logica è semplice e chiara, ovvero la maggior parte della popolazione mondiale non vola mai, ma un ristretto 1% dei viaggiatori è responsabile di oltre la metà delle emissioni del settore aereo. La proposta ha già ricevuto il sostegno esplicito di governi come Francia, Kenya e Barbados, che la vedono come uno strumento efficace e immediato per finanziare la giustizia climatica globale.

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Una giustizia climatica che parte dall’alto

Il dibattito sulla finanza per la giustizia climatica è centrale negli incontri in corso a Bonn in preparazione della Cop30, prevista per novembre in Brasile. L’obiettivo, già fissato lo scorso anno alla Cop29 di Baku, è raccogliere 1.300 miliardi di dollari all’anno entro il 2035, di cui almeno 300 da parte dei Paesi più ricchi. Le tasse solidali globali, tra cui quella sui voli, sono indicate come una delle fonti principali per raggiungere questa cifra, insieme al settore privato e al commercio di emissioni.

Laurence Tubiana, co-presidente della task force, sottolinea come una tassazione mirata sui voli di prima classe, business e jet privati possa generare fondi cruciali senza gravare sulla maggioranza dei viaggiatori occasionali. “Chi usa l’auto paga già tasse sulla benzina. Perché non farlo anche per chi vola su jet privati o in business?“, ha dichiarato, sottolineando l’urgenza di una redistribuzione fiscale climatica.

La proposta si inserisce in un panorama più ampio in cui cresce la pressione su chi inquina di più. Secondo Oxfam, l’80% delle persone in vari Paesi sarebbe favorevole anche a tassare direttamente le compagnie petrolifere. Un’idea che prende sempre più piede, man mano che i danni del cambiamento climatico, come incendi, inondazioni e siccità, colpiscono soprattutto le comunità più vulnerabili, spesso prive di risorse per affrontare l’emergenza.

Chiara Liguori di Oxfam parla di “profitti sulla devastazione climatica” e di una necessità urgente di riequilibrare le responsabilità: “Le industrie inquinanti continuano a guadagnare, mentre milioni di persone pagano con la propria vita. È tempo di invertire questa dinamica.” L’idea di una tassa sui voli non è solo una questione economica, ma un primo passo verso un sistema di responsabilità ambientale più equo che compensi l’impatto ambientale dei voli. E se è vero che il cielo non ha limiti, forse è giusto che chi lo attraversa più spesso contribuisca a salvaguardare ciò che si trova sotto.

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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