La cronaca nera si intreccia con quella culturale in uno dei casi più surreali e inquietanti degli ultimi anni. Francis Kaufmann, alias Rexal Ford, oggi indagato per l’omicidio brutale di Anastatia Trofimova e della figlia Andromeda a villa Pamphili, avrebbe ottenuto dal sistema tax credit nel 2020 un credito d’imposta di oltre 869mila euro dal Ministero della Cultura italiano per un film che, con ogni probabilità, non è mai stato girato. La pellicola in questione, “Stelle della notte”, presentata come una commedia, è ora al centro di un’indagine che va ben oltre l’ambito cinematografico, gettando ombre pesanti sulle falle di un sistema di finanziamento pubblico.
Il tax credit sarebbe stato concesso sulla base di una spesa dichiarata di quasi 2,8 milioni di euro, notificata da una società di produzione con sede a Malta, la Tintagel Films LLC, che altro non sarebbe che una costruzione fittizia creata dallo stesso Kaufmann sotto lo pseudonimo di Rexal Ford. A certificare l’autenticità dell’intera operazione, vi sarebbero stati un passaporto americano, oggi noto essere falso, e il coinvolgimento di una co-produzione italiana tramite la società Coevolutions, rappresentata da Marco Perotti. Nonostante le tempistiche sospette (la domanda definitiva risulta presentata solo nel 2023), il meccanismo ha funzionato, il credito d’imposta è stato approvato e successivamente ceduto a un istituto bancario dopo regolare istruttoria.

Le falle del sistema Tax Credit e la promessa di una riforma radicale
La vicenda ha scatenato una dura reazione da parte del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che ha parlato apertamente di “sgomento e rabbia” nei confronti di un sistema che, in passato, ha permesso “leggerezze e sprechi” ai danni dei contribuenti. Secondo Giuli, il caso Ford è solo uno dei tanti esempi in cui il tax credit, nato per sostenere la produzione cinematografica nazionale e internazionale, è stato aggirato da truffatori “e forse persone addirittura peggiori”. Il riferimento al sospetto omicida è tutt’altro che velato.
Il ministro in un comunicato stampa ha promesso una riforma profonda della normativa sul tax credit, sottolineando che non si permetterà più che fondi pubblici vengano utilizzati in modo fraudolento. Un appello al rigore, ma anche alla responsabilità, in un contesto in cui molti operatori dello spettacolo agiscono in piena legalità e vengono danneggiati proprio da queste “sacche di parassitismo”.
Il caso Ford si inserisce dunque in una cornice più ampia, dove la cultura viene utilizzata come copertura per operazioni illecite. E solleva interrogativi pesanti sul controllo del tax credit, delle risorse pubbliche, sulle verifiche ministeriali, e sulla fragilità delle maglie normative che, fino a oggi, hanno reso possibile un raggiro così articolato. In un’epoca in cui la trasparenza e la correttezza nell’utilizzo dei fondi pubblici dovrebbero essere punti fermi, la truffa di “Stelle della notte” appare come una macchia indelebile.
