Quando Vegapunk ha rivelato che il Gomu Gomu no Mi non figurava affatto nel vecchio libro dei Frutti del Diavolo, si è aperta una nuova crepa nella storia ufficiale di One Piece. Quello che per anni era sembrato una normale frutto di tipo Paramisha si è rivelato qualcosa di molto più raro e mitologico. Il Gomu Gomu no Mi non era altro che un nome fittizio attribuito dalla Marina per nascondere la reale identità del frutto Hito Hito no Mi: Modello Nika, un frutto di tipo Zoan mitologico legato a un’entità molto più antica.
Il Dio del Sole Nika, la divinità solare venerata dal popolo dei giganti di Elbaph, è da tempo una figura simbolica centrale per chi conosce la lore più profonda dell’opera. Il culto di Nika, che affonda le radici in epoche remote, probabilmente nel misterioso Secolo Vuoto, fa intuire che il frutto di Luffy possa aver avuto origine proprio lì. In un’epoca di schiavitù e sofferenza, dove la libertà era un sogno lontano, il desiderio collettivo di liberazione potrebbe aver dato vita al Nika no Mi, seguendo l’idea di Vegapunk secondo cui i Frutti del Diavolo nascono dai sogni e dalle volontà umane.

Il culto di Nika e l’influenza del Governo Mondiale nella storia di One Piece
Al centro di questa intricata teoria di One Piece (discussa a fondo anche su Reddit e da FandomWire) si posiziona Elbaph, la terra dei giganti, già citata come custode del culto di Nika e ora considerata anche come potenziale luogo d’origine del celebre frutto mangiato da Luffy. Se davvero il leggendario Zoan mitologico fu custodito lì, allora l’attuale successore al re, Loki, avrebbe dovuto esserne il possessore. Eppure, le implicazioni emerse nel capitolo 1152 suggeriscono che Loki è stato solo una pedina nella scacchiera del Governo Mondiale, accusato dell’omicidio di Harald e ora costretto a mentire sulla sua reale natura, senza aver effettivamente mai mangiato tale frutto leggendario.
Le implicazioni politiche sono enormi, Imu in persona ha lasciato intendere che Elbaph sarebbe dovuta cadere sotto il suo controllo se non fosse stato per l’intervento di Harald. Nel capitolo 1152 viene sottinteso che il Governo potrebbe aver sottratto con la forza il frutto sacro, o persino aver causato la morte di Harald per ottenere ciò che voleva. È possibile che Shanks, visto da Gaban come un predestinato, sia intervenuto poco dopo, recuperando il frutto e portandolo via, dando inizio successivamente alla storia di Luffy, che lo trova e lo mangia inconsapevolmente nella calma apparente del Villaggio di Foosha.
Il cerchio si chiude con una simmetria quasi perfetta, Luffy, simbolo della libertà e della rottura degli schemi di One Piece, entra in possesso del frutto nato dal desiderio di essere liberi. E lo fa non per calcolo o strategia, ma con la spensieratezza e l’istinto di chi incarna già, inconsciamente, lo spirito di Nika. Da quel morso rubato è partita una delle avventure più grandi mai raccontate, e oggi, conoscendone il retroterra mitologico, quella scelta sembra scritta dal destino.
