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Nucleare in Italia: svolta storica, ufficiale il “Sì” all’ingresso nell’Alleanza sull’energia dell’UE

Dopo decenni di inattività e due referendum popolari che avevano fermato ogni ambizione sull’argomento, l’Italia compie una svolta clamorosa. È infatti ufficiale l’adesione del nostro Paese all’Alleanza Nucleare dell’Unione Europea, il gruppo che riunisce oggi 14 Stati membri pronti a scommettere sull’energia atomica come leva della transizione energetica. Un’inversione di rotta che, seppur ancora tutta da declinare in termini concreti, segna un cambio di prospettiva non indifferente nella strategia energetica nazionale.

Il passaggio da osservatore a membro attivo dell’Alleanza è stato annunciato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin durante una riunione del Consiglio Energia, il cui risultato e dichiarazioni sono state riportate in un comunicato stampa. Una scelta che, nelle parole del Ministro, risponde all’impegno dell’Italia per una “neutralità tecnologica“, ritenuta essenziale per affrontare la transizione ecologica in modo pragmatico. Non più ideologie contrapposte, quindi, ma un mix energetico che tenga conto di tutte le opzioni percorribili, incluso l’atomo.

Nella nuova narrazione, il nucleare è descritto come una fonte “decarbonizzata, sicura, affidabile e programmabile”, tutte qualità che, secondo i fautori della rinascita atomica, sarebbero fondamentali per garantire una transizione energetica realmente sostenibile e indipendente dai capricci del meteo o dalle tensioni geopolitiche.

Nucleare in Italia
Nucleare in Italia: svolta storica, ufficiale il "Sì" all'ingresso nell'Alleanza sull'energia dell'UE 3

Tra scetticismo e pragmatismo: le sfide italiane sul fronte del nucleare

La sfida ora è duplice. Da un lato c’è la costruzione di un consenso politico e tecnico che sia in grado di traghettare il Paese da una storica avversione per il nucleare verso una sua concreta reintroduzione. Dall’altro, la questione più insidiosa, ovvero il rapporto con l’opinione pubblica. Dopo i “No” netti espressi nel 1987 e nel 2011, non sarà semplice riaprire un dibattito senza provocare reazioni polarizzate. Lo stesso Pichetto Fratin ha ammesso la necessità di procedere “in maniera trasparente e graduale”, invocando una “rivalutazione pragmatica” della questione.

In Europa, la situazione resta disomogenea. Mentre Paesi come Francia, Romania e Polonia investono pesantemente su nuove tecnologie, come i piccoli reattori modulari (SMR), altri come la Germania, da poco uscita definitivamente dalla scena sull’argomento, e l’Austria, restano fortemente contrari. Eppure, il nuovo slancio pro-nucleare in Europa non è marginale. Lo testimonia il fatto che ben 14 Stati (con l’ingresso del nostro Paese) su 27 hanno deciso di cooperare attivamente per creare un contesto normativo, industriale e tecnologico favorevole allo sviluppo della filiera.

Il posizionamento dell’Italia apre dunque diversi scenari. Da una parte c’è la possibilità concreta di partecipare alla catena del valore nucleare europea, che va dalla ricerca alla formazione, passando per la costruzione e la manutenzione, con benefici potenziali anche per il tessuto industriale nazionale. Dall’altra, resta da capire quanto e come il nostro Paese sarà realmente disposto a investire in una fonte che, oltre alla complessità tecnica e ai costi, porta con sé anche un bagaglio storico e simbolico ancora molto pesante. La cosa chiara, però, è che per la prima volta dopo anni, l’Italia ha smesso di guardare e ha deciso di giocare la partita.

L'energia pulita data dal Nucleare
Nucleare in Italia: svolta storica, ufficiale il "Sì" all'ingresso nell'Alleanza sull'energia dell'UE 4

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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