Con l’estate alle porte e milioni di persone pronte a spostarsi verso le destinazioni delle vacanze, il traffico aereo globale sta toccando nuovi picchi, con tantissime persone che stanno già facendo i bagagli. Solo nel 2024, sono stati registrati ben 5,3 miliardi di passeggeri, un numero da record che avrebbe potuto mandare in tilt anche i sistemi di gestione più rodati. Eppure, contrariamente alle aspettative, le performance relative alla gestione dei bagagli sono migliorate, segnando un dato incoraggiante per chi teme la perdita della valigia durante un volo.
Secondo l’ultimo rapporto pubblicato da SITA, nonostante un aumento dell’8,2% dei passeggeri, il tasso di errori nella gestione dei bagagli è sceso a 6,3 casi ogni 1.000 viaggiatori. Nel 2023 erano 6,9, quindi si parla di un miglioramento dell’8,7%. Se confrontato con il 2007, il miglioramento sfiora il 67%. Tuttavia, è bene non illudersi troppo, dato che stiamo comunque parlando di 33,4 milioni di bagagli gestiti in modo errato in un solo anno. La partita non è ancora vinta, ma la strada sembra essere quella giusta.

Tecnologia e tracciamento dei bagagli: il futuro è (quasi) adesso
Il motivo principale dietro a questi miglioramenti si chiama tecnologia. L’automazione dei processi e l’uso crescente di strumenti digitali stanno facendo la differenza. Un esempio? Il tracciamento in tempo reale. Già oggi, il 42% dei passeggeri utilizza sistemi per monitorare la posizione del proprio bagaglio. Una percentuale che, secondo le previsioni, salirà all’82% entro il 2027.
Anche strumenti come AirTag stanno entrando nell’uso quotidiano, con compagnie aeree come British Airways, Lufthansa, Qantas, Cathay Pacific e Virgin Atlantic che hanno adottato soluzioni per ricevere dati direttamente dagli utenti, migliorando drasticamente la velocità di recupero. La funzione “Share Item Location” ha reso possibile, per esempio, inviare automaticamente la posizione del bagaglio smarrito alla compagnia, snellendo i tempi di ritrovamento. E i risultati si vedono eccome, con i numeri che parlano di due terzi dei bagagli smarriti, a oggi recuperati entro 48 ore.
Nonostante tutto, però, i costi per le compagnie restano elevati, i quali ammontano ancora a una stima di 5 miliardi di dollari l’anno. Il vero salto di qualità, secondo SITA, si avrà solo con una migliore condivisione dei dati tra gli attori del settore, ovvero compagnie, aeroporti e fornitori tecnologici, e un’infrastruttura globale più integrata. In sintesi, i progressi sono evidenti, ma la sfida è ancora aperta. Con l’automazione, il tracciamento in tempo reale e una rete di dati più intelligente, il futuro dei viaggi in aereo potrebbe essere molto meno stressante. E magari, prima o poi, il concetto di “bagaglio smarrito” sarà solo un ricordo lontano.
