Nel vasto e sempre mutevole multiverso Marvel, nemmeno chi ne fa parte può dirsi al sicuro dalle sorprese. È quanto accaduto a Ross Marquand, volto e voce dietro il ritorno inaspettato di Teschio Rosso in Avengers: Infinity War. Un colpo di scena gestito con tale riservatezza che persino l’attore ne è rimasto sorpreso, scoprendolo solo sul set, a trucco iniziato. Il personaggio, iconico villain introdotto in Captain America: Il Primo Vendicatore e apparentemente spazzato via dalla Gemma dello Spazio, ha invece fatto un clamoroso ritorno come guardiano della Gemma dell’Anima sul remoto pianeta Vormir.
Marquand, che ha ereditato il ruolo da Hugo Weaving, ha dichiarato durante l’Awesome Con 2025, in un’intervista riportata da ComingSoon, un aneddoto surreale che sembra uscito da una spy-story più che da un film di supereroi. Contattato con il pretesto di un generico lavoro di “voice matching”, si è ritrovato catapultato sul set con 150 persone ad attenderlo, ignaro del progetto in corso. È stato solo quando il truccatore gli ha sussurrato con discrezione “Sai che stai lavorando al nuovo film degli Avengers?” che ha realizzato l’enormità del momento. L’emozione? Quasi da svenimento.

Riprese da record e incastri hollywoodiani
La produzione di Infinity War ed Endgame si è svolta in un’unica, gigantesca sessione logistica che ha coinvolto mezza Hollywood, in un continuo gioco a incastri per rispettare le disponibilità degli attori. Ross Marquand ha girato le sue scene separatamente da quelle di colleghi come Josh Brolin, Zoe Saldana, Scarlett Johansson e Jeremy Renner. Nonostante il distacco fisico, la potenza emotiva della scena di Vormir, dove Thanos sacrifica Gamora per ottenere la Gemma dell’Anima, resta uno dei momenti più intensi dell’intero Marvel Cinematic Universe.
Il contributo di Marquand, anche se frutto di poche ore sul set e realizzato con l’aiuto di controfigure e suggerimenti fuori campo, è stato cruciale. La sua interpretazione di Teschio Rosso, trasfigurato in una figura quasi ultraterrena, ha aggiunto un tono mistico e sinistro alla sequenza, rendendola memorabile. In un mondo dove anche le comparse sono oggetto di speculazioni online e dove ogni dettaglio viene sezionato dai fan, la Marvel è riuscita a mantenere il segreto fino all’uscita del film. E a quanto pare, anche ai danni del suo stesso cast.
Il caso di Ross Marquand testimonia quanto l’universo Marvel sia ormai una macchina narrativa e produttiva talmente grande e ben oliata da tenere all’oscuro perfino chi ne è parte attiva. Un approccio che, se da un lato può sembrare alienante, dall’altro contribuisce a proteggere l’effetto sorpresa in un’epoca dove tutto si scopre troppo presto. Ed è anche questo, forse, uno dei superpoteri meno celebrati della Marvel.
