Nel cuore pulsante di Roma, tra le curve lente del Circo Massimo e i semafori caotici attorno al Colosseo, una Tesla Model 3 ha tracciato il suo percorso senza che un essere umano intervenisse sul volante. Non è fantascienza, ma il nuovo capitolo dei test europei della guida autonoma Full Self Driving (Supervised) di Tesla, che dopo Parigi e Amsterdam, sbarca finalmente anche nella Capitale italiana.
Il video, condiviso da Tesla stessa, mostra una vettura assolutamente di serie, se si esclude il software sperimentale, affrontare senza incertezze il traffico tipicamente disordinato della città eterna. Un passaggio non solo simbolico, ma strategico, che evidenzia quanto la tecnologia della casa di Elon Musk sia vicina alla maturità anche per i contesti urbani europei.
Il problema, però, non è tecnico. La FSD è già in grado di riconoscere semafori, precedenze, strisce pedonali e gestire cambi di corsia, anche in ambienti complessi come quelli italiani. Il vero ostacolo resta quello normativo: al momento, l’Unione Europea impone limiti molto più stringenti rispetto agli Stati Uniti sull’impiego della guida autonoma. Non a caso, il filmato è accompagnato dalla dicitura “Pending regulatory approval” (In attesa dell’approvazione regolatoria), chiaro messaggio a governi e autorità locali. Intanto Tesla continua a raccogliere dati e affinare il proprio sistema, nella speranza che le regolamentazioni evolvano di pari passo con l’innovazione.

Visione neurale e taxi del futuro: Tesla tra test e ambizioni
Il sistema di guida autonoma di Tesla è qualcosa di radicalmente diverso rispetto a quello di altri player del settore. Non si basa su sensori laser (LiDAR) o su dettagliatissime mappe HD, ma su una rete neurale visiva chiamata Tesla Vision, alimentata da miliardi di esempi reali raccolti dalle auto in circolazione. Il cuore dell’approccio è end-to-end e l’intero processo decisionale, dalla visione al movimento, viene gestito da un’unica rete addestrata per comportarsi come un vero conducente. Un metodo che, seppur criticato da alcuni esperti per la sua complessità, potrebbe rivelarsi più facilmente scalabile in contesti urbani sempre diversi.
L’obiettivo di Tesla è quello di far approdare la FSD (Supervised) su tutti i veicoli esistenti già equipaggiati con l’hardware necessario, senza distinzioni territoriali. E nel frattempo, si continua a spingere anche sul fronte dei servizi. L’idea è quella di creare una rete capillare di robotaxi in grado di operare senza autisti, con costi inferiori rispetto ai servizi attuali e senza rinunciare alla sicurezza.
Questo scenario non è più relegato al futuro, ma è già in fase di test. Il fatto che il test condotto mostri una vettura in grado di muoversi senza intoppi nel caos romano è di per sé una dichiarazione d’intenti. L’auto è pronta ed è in attesa. Se l’Europa saprà rispondere alle sfide normative con lo stesso slancio con cui l’industria corre verso il futuro, potremmo vedere una trasformazione profonda della mobilità urbana in tempi insospettabilmente brevi. E il passaggio dalle curve del Campidoglio alle corsie preferenziali per i robotaxi potrebbe avvenire più presto di quanto si immagini.
