Durante la WWDC 2025, Apple ha svelato iOS 26 e con esso un’imponente rivisitazione grafica dell’interfaccia utente chiamata Liquid Glass. Con descrizioni altisonanti come “la nostra UI più immersiva e reattiva di sempre“, l’azienda ha presentato un design fatto di superfici traslucide, riflessi dinamici, bordi curvi e animazioni fluide che coinvolgeranno tutte le app principali, da Safari a FaceTime, da Foto a Musica.
Il design punta su una resa visiva in tempo reale, pensata per adattarsi in modo “intelligente” alla luce ambientale, e su una continua fluidità che rende l’interazione con il dispositivo più “viva e ambientale”. Insomma, Apple vuole che ogni gesto sembri parte di un sistema organico, quasi respirante. Ma il web, invece di entusiasmarsi, ha scelto l’ironia. L’annuncio ha innescato un’ondata di sarcasmo sui social media, con centinaia di utenti che hanno immediatamente tracciato parallelismi tra Liquid Glass e Aero Glass, l’interfaccia trasparente introdotta da Microsoft con Windows Vista nel lontano 2007.

#Vista2.0 e la nostalgia vestita da innovazione
In poche ore, gli hashtag #Vista2.0 e #AeroRevival hanno dominato la piattaforma X (ex Twitter), con post ironici dal pubblico e persino figure conosciute sui social lato tech come Marques Brownlee che prendevano in giro Apple per aver “copiato” un’estetica datata, o semplicemente sottolineavano il fatto che l’estetica presentata, portava a evidenti flashback del periodo di lancio di Aero. “Quindi ora sul mio iPhone girerà Vista?“, recita uno dei commenti più virali, accompagnato da screenshot comparativi delle due interfacce.
Anche su Reddit, le reazioni non sono state più tenere, dove molteplici post hanno portato alla diffusione di commenti molto simili. “Sembra Aero, ma con gli angoli arrotondati tipici di Apple,” scrive un utente. “Non è innovazione, è nostalgia in maschera.” Il parallelismo non è del tutto privo di fondamento, in quanto trasparenze, riflessi e animazioni fluide erano il cuore della filosofia Aero, che però fu criticata per la sua pesantezza su sistemi meno potenti, un difetto che Apple pare voler evitare puntando sull’ottimizzazione con chip proprietari.
Apple, dal canto suo, difende Liquid Glass come una naturale evoluzione del suo percorso estetico. Ricorda come l’interfaccia Aqua di Mac OS X nel 2001 già introdusse elementi traslucidi, proseguendo poi con Big Sur nel 2020. Per l’azienda, Liquid Glass non è un’imitazione, ma un raffinamento tecnico e stilistico, reso possibile solo oggi dalla potenza dei dispositivi moderni.

Persino Windows “mema” su iOS 26 Liquid Glass
A questa ondata di ironia e meme, non poteva non unirsi il diretto interessato, ovvero il profilo ufficiale di Windows. Su Instagram, infatti, gli amministratori del profilo hanno deciso di pubblicare un post con descrizione “Ma state bene???” dove, senza nascondersi troppo, hanno mostrato le funzionalità presentate nell’evento, ma nella versione proprietaria, attirando un gran numero di utenti nei commenti che, come si può immaginare, hanno reiterato questi parallelismi.
Troppo presto per dire se tutto questo avrà un impatto sul prodotto finale, ma mentre l’opinione pubblica si divide tra revival e rivoluzione, gli sviluppatori hanno già le mani in pasta. Apple ha rilasciato nuove API per adattare le app all’estetica Liquid Glass, e ha invitato la community a iniziare il processo di aggiornamento su tutti i dispositivi iPhone, iPad, Mac, Apple Watch e persino Apple TV. Secondo molti, si tratta del più significativo cambio visivo dalla rivoluzione flat di iOS 7 nel 2013.
Il successo o meno di Liquid Glass sarà determinato non tanto dall’apparenza quanto dall’esperienza. Se l’interfaccia saprà davvero coniugare bellezza, funzionalità e performance, le critiche svaniranno. Ma se si rivelerà solo una patina luccicante, rischierà di passare alla storia come un déjà vu con la mela sopra. Il confronto tra stile e sostanza è solo all’inizio. Quando iOS 26 sarà disponibile al pubblico, toccherà agli utenti decidere se Liquid Glass è il futuro del design Apple o solo l’ennesimo salto nel passato, mascherato da innovazione.
