Techland ha finalmente sollevato il sipario su Dying Light: The Beast, il nuovo capitolo standalone dell’amata saga action-horror con zombie e parkour. L’annuncio è arrivato in occasione del Summer Game Fest 2025 con un gameplay trailer adrenalinico e ricco d’azione, che ha rivelato non solo ambientazioni inedite e nuove meccaniche, ma anche una data di uscita ufficiale: 22 agosto 2025. Il gioco sarà disponibile su PC e su console PlayStation e Xbox, promettendo un’esperienza tanto brutale quanto ambiziosa.
La vera sorpresa, però, è il ritorno di Kyle Crane, il protagonista del primo Dying Light, dato per disperso da tempo e ormai trasformato. Dopo anni di prigionia e misteriosi esperimenti, Crane emerge profondamente mutato, dotato di forza sovrumana e abilità fuori dal comune. Questo non è più l’uomo che avevamo lasciato, ma qualcosa di completamente nuovo: una creatura che sfida il confine tra salvatore e bestia.

Castor Woods: il mondo aperto sull’orlo del collasso di Dying Light – The Beast
Dying Light: The Beast sposta l’azione nella regione rurale e montuosa di Castor Woods, una zona che un tempo era una popolare meta turistica, ma ora ridotta a un desolato teatro di sopravvivenza. Tra fitti boschi, villaggi decadenti e fabbriche abbandonate, la mappa si mostra vasta e densa di pericoli, popolata non solo da zombie mutanti, ma anche da fazioni ostili e predatori pronti a tutto. Il parkour, come da tradizione, resta centrale nel gameplay, ma è arricchito da nuove dinamiche legate alla mutazione di Crane, che rendono gli spostamenti ancora più spettacolari e letali.
Il trailer ha anche mostrato momenti di pura frenesia cooperativa. The Beast potrà infatti essere giocato in co-op fino a quattro giocatori, con la possibilità di esplorare liberamente l’ambiente a bordo di veicoli 4×4, aggiungendo una nuova dimensione al free roaming. Le sparatorie, i combattimenti corpo a corpo e le nuove abilità mutanti si mescolano in un mix d’azione che mira a spingere la formula della serie oltre i suoi limiti abituali.
Kyle Crane, una leggenda nata durante la prima ondata dell’infezione, è ora anche un simbolo tragico di ciò che il mondo di Dying Light è diventato. Il suo ritorno non è soltanto un fan service ben costruito, ma una chiave narrativa per connettere le origini della saga con il futuro della serie. L’equilibrio tra umanità e ferocia sarà una delle forze motrici di un racconto che si preannuncia denso di dilemmi morali e brutale sopravvivenza.
