Nel mondo degli sparatutto online, il margine di errore è prossimo allo zero. Il fallimento di XDefiant, progetto Ubisoft ambizioso ma sfortunato, è l’ennesima conferma di quanto sia arduo inserirsi in un mercato dove Call of Duty, Fortnite e Apex Legends si dividono un pubblico consolidato, fedele e ormai difficilmente penetrabile. Nonostante le buone premesse e l’entusiasmo iniziale, il gioco è stato ufficialmente chiuso tra il 3 e il 4 giugno 2025 in tutto il mondo dopo soli 12 mesi di attività, lasciando dietro di sé più interrogativi che certezze.
A condannare XDefiant non è stato solo il confronto con titoli più rodati, ma anche l’incapacità di trovare un’identità chiara e di ascoltare la community. Gli sparatutto arcade competitivi sono un terreno difficile, dove la velocità e la precisione del gameplay devono sposarsi con una struttura tecnica impeccabile e una visione a lungo termine. Ubisoft aveva investito molto nel progetto, sperando di ritagliarsi una fetta del mercato dei live service e fallendo già a dicembre 2024, 6 mesi dopo. Tutto ciò che è rimasto ora, è un hyperlink al sito, che ora reindirizza direttamente al sito principale Ubisoft che al momento conta molti sconti, anche corposi, ma nessuna traccia di XDefiant.
Il fallimento più simbolico è stato però quello del settore eSport. Privo di una scena competitiva reale frutto di un sistema fallace, più volte comunicato dai giocatori, XDefiant non è riuscito a generare quel tipo di entusiasmo che tiene in vita un gioco anche quando il pubblico generalista si allontana. Le mappe di gioco, citate con orgoglio dal team di sviluppo, non sono bastate a mantenere alto l’interesse in mancanza di contenuti costanti e aggiornamenti davvero incisivi.

Motori in affanno e promesse disattese con XDefiant
Mark Rubin, produttore esecutivo di XDefiant, è stato colui che si è preso l’incarico di comunicare la decisione più tristi al pubblico. Anche nella chiusura, non si è tirato indietro nello spendere alcune parole. Nel suo lungo e sincero messaggio d’addio pubblicato su X, ha tracciato un’autopsia amara ma illuminante del progetto. Il gioco, ha ammesso, ha sofferto di un debito tecnico insostenibile, in particolar modo l’utilizzo di un motore grafico interno non progettato per gestire un gioco di quel tipo, il quale ha causato problemi cronici di netcode e prestazioni. In un ambiente dove la latenza e la precisione sono tutto, anche il minimo scarto tecnico può trasformarsi in una condanna.
Rubin ha sottolineato anche le carenze in termini di risorse. I contenuti pianificati per la Stagione 3 erano, a suo avviso, insufficienti persino per un lancio iniziale. Alcune funzionalità previste per le successive stagioni avrebbero potuto cambiare le sorti del gioco, ma il tempo e i mezzi per arrivarci sono mancati. È significativo il fatto che l’intero team dietro XDefiant sia stato smantellato già a fine 2024, e che lo stesso Rubin abbia deciso di lasciare l’industria videoludica.
Nonostante l’epilogo amaro, Rubin rivendica con orgoglio quanto fatto dal team: “Abbiamo realizzato un gioco divertente e ben fatto, con alcune delle migliori mappe mai viste in uno sparatutto arcade“. Un riconoscimento che, però, non è bastato a evitare l’oblio. La mancanza di una strategia post-lancio e di un piano di marketing solido ha definitivamente stroncato ogni possibilità di rilancio.
Il caso XDefiant, come molti altri, deve essere un campanello d’allarme per l’intera industria, che continua a inseguire il sogno del gioco live service senza fare i conti con la saturazione del mercato e la fedeltà del pubblico ai titoli di riferimento. In un ecosistema così competitivo, anche un prodotto tecnicamente valido rischia di scomparire se non supportato da una visione coerente, un’identità forte e un costante investimento creativo.
