Jonathan Joss, attore e doppiatore nativo americano noto soprattutto per aver dato voce al personaggio di John Redcorn nella serie animata King of the Hill, ma anche per i ruoli di Payaso Wannabe in Wasteland 3, Robert Rainwater (e un personaggio secondario) nel gioco Cyberpunk 2077, Alkai Turner in Days Gone e persino diversi personaggi della popolazione in Red Dead Redemption, è stato assassinato a 59 anni fuori dalla sua abitazione a San Antonio, in Texas. Secondo la ricostruzione fornita dal marito, Tristan Kern de Gonzales, e confermata da altri testimoni, l’aggressione armata sarebbe l’esito tragico di anni di molestie omofobe sistematicamente ignorate dalle autorità.
Nel suo toccante post su Facebook, Tristan ha raccontato che la coppia era bersaglio da anni di vessazioni e minacce, con gran parte delle molestie ad essere apertamente omofobe. La loro casa era stata bruciata solo pochi mesi prima, insieme a tre dei loro cani. All’epoca, Joss parlò pubblicamente di una possibile negligenza o addirittura sabotaggio, pur assumendosi parte della responsabilità per l’incendio. Ma le insinuazioni su un possibile attacco doloso, come oggi appare più plausibile, erano state sottovalutate.
Tutto ciò ha portato alla tragica sparatoria, avvenuta la sera di domenica 25 maggio, mentre la coppia stava controllando la posta nella loro vecchia abitazione distrutta dall’incendio. L’aggressore, Sigredo Alvarez Ceja, avrebbe affrontato Jonathan Joss e suo marito con insulti omofobi prima di aprire il fuoco. L’attore, disarmato, ha fatto da scudo al compagno, salvandogli la vita. I soccorsi sono arrivati troppo tardi, con l’attore che è stato dichiarato morto sul posto. L’aggressore è stato arrestato poco dopo e la cauzione è stata fissata a 200.000 dollari.

Una lunga scia di minacce verso Jonathan Joss ignorate
Il racconto di Gonzales non è solo una denuncia, ma anche una dichiarazione d’amore e dolore: “Jonathan è mio marito. Mi ha dato più amore nel tempo trascorso insieme di quanto la maggior parte delle persone possa mai ricevere… È stato assassinato da qualcuno che non sopportava la vista di due uomini che si amavano“. Con parole forti e distrutto dal dolore, ha messo in luce la verità brutale che racconta di come in un clima sociale segnato da ostilità verso le coppie LGBTQ+, l’odio può trasformarsi in morte, specialmente quando le istituzioni voltano lo sguardo altrove.
Il caso di Jonathan Joss è l’ennesimo esempio di come il crimine d’odio non sia solo frutto di individui isolati, ma di contesti permissivi e istituzioni sorde. Le denunce ignorate, l’impunità delle minacce precedenti e l’indifferenza delle forze dell’ordine sono parte integrante della tragedia. Il dolore di Tristan Kern de Gonzales è anche rabbia: “Se ti preoccupa come qualcuno ha affrontato un trauma, ma resti in silenzio davanti all’ingiustizia, allora non ti sei mai veramente preoccupato di mio marito“. A seguito della tragedia, non sono mancate le parole di cordoglio da varie istituzioni e personaggi famosi, come Christ Pratt o Bend Studio (Days Gone) che han ricordato l’attore, ringraziandolo per il lavoro svolto e celebrando la sua persona.
Jonathan Joss stava registrando nuove battute per il revival di King of the Hill, in programma per il 2025. La sua scomparsa lascia un vuoto nel panorama culturale e artistico statunitense, ma soprattutto nella comunità LGBTQ+ e nativa americana, di cui era un simbolo discreto e fiero. Ora resta la missione di onorare la sua memoria celebrando il suo talento, ma soprattutto pretendendo giustizia e riconoscimento per tutte le vittime del pregiudizio. Come conclude Tristan: “Proteggerò ciò che ha costruito. Jonathan mi ha salvato la vita. Ora tocca a me salvare la sua eredità“.
