La tech demo presentata da CD Projekt RED durante lo State of Unreal 2025 è qualcosa che difficilmente passa inosservato. Più che un semplice assaggio del nuovo The Witcher 4, si è trattato di una vera e propria dichiarazione d’intenti, con l’obiettivo di mostrare non solo un mondo narrativo in evoluzione, ma anche un’evoluzione concreta nel modo in cui i videogiochi open world possono essere concepiti, costruiti e vissuti.
Protagonista assoluta della demo e del lungo video pubblicato sul canale The Witcher è Ciri, personaggio già noto ai fan della saga, che esplora scenari inediti come la città portuale di Valdrest e la misteriosa regione di Kovir. Ma è proprio il contesto tecnologico a catturare l’attenzione, che racconta di 60 FPS stabili su una PlayStation 5 standard, ray tracing attivo e ambienti dalla densità visiva sorprendente. Elementi che suggeriscono una progettazione che non mira solo al realismo, ma all’immersione totale.
Dietro queste prestazioni c’è l’Unreal Engine 5.6, potenziato da un lavoro congiunto tra CDPR ed Epic Games che dura da anni. Tra i tool sviluppati e integrati spiccano il FastGeo Streaming, in grado di caricare ambienti complessi in tempo reale senza interruzioni; il Nanite Foliage, che porta una vegetazione dinamica e credibile senza compromettere le performance; e l’Unreal Animation Framework, capace di generare animazioni personalizzate e contestuali, come l’atto di montare a cavallo da qualsiasi angolazione.
Ma tutto ciò non è ancora gameplay, in quanto è stato specificato successivamente da un portavoce a VGC che si tratta di una tech demo ambientata nel mondo del gioco, non di sequenze tratte dalla versione finale. Un chiarimento necessario, soprattutto per chi già immaginava una release imminente. Questo primo sguardo serve più che altro a tastare il terreno, a presentare il motore e le idee con cui CDPR intende portare la saga a un nuovo livello tecnico e narrativo.
Una nuova protagonista per un nuovo inizio con The Witcher 4
Se la parte tecnica accende l’hype, quella narrativa ha acceso il dibattito. Perché sì, The Witcher 4 vedrà Ciri come protagonista principale, lasciando alle spalle (forse definitivamente) Geralt di Rivia. Una decisione meditata, secondo Philipp Weber, narrative director del progetto, consapevole delle perplessità di chi ha amato giocare nei panni dello strigo per tre capitoli consecutivi. Eppure, non si tratta di una scelta impulsiva. L’idea di affidare il testimone a Ciri risale a molto tempo fa, e lo studio sembra convinto di poter giustificare questa svolta non solo con la scrittura, ma con il gameplay stesso.
Ciri è, per certi versi, un personaggio ancora tutto da esplorare. La sua doppia natura, tra mondo umano e dimensioni mistiche, apre possibilità che vanno ben oltre la formula consolidata di Geralt. La promessa di nuove regioni, come Kovir, finora solo menzionata nei romanzi e mai rappresentata nei videogiochi, segnala un desiderio preciso di espandere la mitologia witcheriana verso territori nuovi, dove ogni paesaggio è anche narrazione.
La partnership con Epic Games nasce proprio da questa ambizione, per portare alla costruzione di un mondo che non sia soltanto esteticamente all’avanguardia, ma che respiri, reagisca e si adatti ai gesti del giocatore. Un mondo dove la tecnica diventa mezzo per raccontare una storia in modo ancora più viscerale e coinvolgente. E anche se non si tratta ancora del gioco finale, questa demo fa intravedere una direzione importante, che vede The Witcher 4 non come semplice seguito di una trilogia, ma l’inizio di un nuovo ciclo.
