Dopo più di un decennio di stagnazione nel settore delle certificazioni per alimentatori, CLEAResult ha lanciato un nuovo standard che ridefinisce il concetto di efficienza energetica: nasce 80 PLUS Ruby, il più avanzato livello di certificazione mai ottenuto da PSU per server. Presentata con molti dettagli ufficiali, si tratta di una mossa che segna un’evoluzione radicale nelle infrastrutture critiche dell’era digitale, con implicazioni importanti per il futuro dei data center e della sostenibilità tecnologica.
Il Ruby Standard, come visibile nei dettagli del programma, impone requisiti tecnici estremamente rigorosi. Per ottenere la certificazione, un alimentatore deve garantire almeno il 90% di efficienza su tutto l’arco operativo, fino a toccare un impressionante 96,5% quando lavora al 50% della capacità massima. È una soglia che, fino a oggi, sembrava fuori portata. Ancora più sorprendente è il requisito relativo ai carichi leggeri: anche al 5% della potenza nominale, il PSU deve mantenere il 90% di efficienza. Un elemento cruciale per quei server che restano attivi in modalità standby o operano a carichi ridotti.
Inoltre, il Ruby copre una gamma di tensioni che spazia dai tradizionali 230V fino ai 480V in AC-DC e 380V in DC puro, inclusi gli scenari con alimentatori ridondanti, spesso essenziali per garantire uptime continuo nei data center cosiddetti mission-critical. La flessibilità, unita all’efficienza, si traduce in una proposta che va oltre la performance per toccare i temi dell’affidabilità, della sostenibilità e della conformità normativa.

Come si colloca l’80 Plus Ruby: tra innovazione e limiti del presente
Divakar Jandhyala, Chief Product & Technology Officer di CLEAResult, ha ribadito quanto sia fondamentale un simile salto tecnologico per affrontare l’aumento esponenziale del fabbisogno energetico legato all’espansione dei servizi cloud, dell’intelligenza artificiale e delle infrastrutture web. In quest’ottica, la certificazione 80 PLUS Ruby non rappresenta solo un nuovo traguardo tecnico, ma anche una risposta necessaria a una trasformazione globale dell’ecosistema digitale.
Il riconoscimento da parte di Delta Electronics Thailand, che ha già ottenuto tre certificazioni Ruby, rafforza l’idea che il settore industriale è pronto ad abbracciare questi nuovi standard. In più, Ruby si integra perfettamente con le normative ambientali e i protocolli energetici internazionali come Energy Star, la direttiva europea ErP e l’iniziativa United for Efficiency. Si tratta, quindi, non solo di un traguardo, ma di un vero e proprio punto di partenza per l’evoluzione delle regolamentazioni future.
Ciononostante, la certificazione Ruby resta confinata al segmento server e data center, senza una controparte nel settore consumer. Un limite che non passa inosservato, soprattutto considerando l’impatto positivo che certificazioni come quelle di Cybenetics hanno avuto nell’ambito domestico, sia per la riduzione del consumo energetico sia per il comfort acustico. Portare Ruby nel mainstream dei PC consumer avrebbe potuto imprimere una svolta anche in quel settore, promuovendo la diffusione di componenti più silenziosi, duraturi e sostenibili. Il debutto di 80 PLUS Ruby segna quindi un momento chiave nella storia degli standard energetici. Se l’adozione sarà ampia e continua, potrebbe rappresentare un vero spartiacque nel modo in cui l’industria IT concepisce il rapporto tra performance e sostenibilità.
