Siamo arrivati a un punto nell’opera di One Piece dove molte cose iniziano a trovare un senso, mentre altre diventano ancora più misteriose, alimentando le domande attorno ad esse. Nelle ultime settimane, i fan difficilmente sono riusciti a trovare dei punti negativi nei nuovi capitoli del manga di Eiichiro Oda, utilizzando spesso una terminologia moderna con espressioni come “Oda sta cucinando” oppure “Absolute Cinema” per descrivere la bellezza delle vignette, la complessità della storia e soprattutto i colpi di scena raccontati che si collegano a elementi del passato, portando il pubblico a chiedersi: ma davvero Oda è così bravo da aver previsto tutto 20 anni fa?
Tuttavia, anche le cose più belle hanno una piccola macchia negativa, e per l’arco corrente di Elbaph, probabilmente essa è proprio il nuovo capitolo, in ordine il 1150. Grazie agli spoiler che vengono regolarmente condivisi sul web in anticipo rispetto alla data ufficiale di pubblicazione del capitolo, le persone interessate sanno già cosa aspettarsi, sia a livello di contenuti, che a livello di informazioni extra, come le pause o il numero di capitoli, quest’ultimo di sole 12 pagine per il 1150. L’entusiasmo nello scoprire i poteri di Imu-Sama attraverso il corpo di Gunko, è stato rapidamente spento dalla loro rivelazione, considerata da molti eccessiva.
Come visto, Imu/Gunko nel capitolo 1150 riesce con facilità a respingere i Pirati Giganti Guerrieri, in uno scontro unilaterale che finisce per trasformarli in un esercito di demoni contro la loro volontà. Questa abilità ha aperto a centinaia di domande da parte del pubblico, una in particolare: perché Imu non ha usato questo potere prima? Sicuramente c’è una limitazione o una ragione sensata, ma l’intento del Governo Mondiale, sin da Punk Hazard, è sempre stato quello di avere i giganti dalla propria parte in qualche modo, quindi il dubbio sul motivo per cui Imu non abbia mai usato questo potere, resta. Ma oltre ai dubbi narrativi, ciò che non è piaciuto è il concetto stesso di demoni.

One Piece dovrebbe essere sui pirati
Le nuove abilità e manifestazioni di potere si discostano notevolmente da quanto i fan erano abituati a vedere e questo ha generato un senso di disorientamento nel pubblico. Queste introduzioni, pur non essendo ancora pienamente spiegate, hanno portato molti lettori ad esprimere perplessità, affermando che tali concetti sembrano allontanarsi dall’essenza “piratesca” e avventurosa dell’opera, portandola in territori inesplorati che, per alcuni, non appartengono al “vero One Piece”.
Nel post degli spoiler, commenti come “spero che sia falso” o “sembra di leggere una fan fiction” o in modo più diretto “One Piece dovrebbe parlare di pirati” riflettono una certa delusione e un timore che la coerenza stilistica e tematica, che da sempre contraddistingue l’opera di Eiichiro Oda, possa essere compromessa. La reazione suggerisce una forte aspettativa da parte dei fan che la serie, pur evolvendo, mantenga salde le sue radici narrative e stilistiche.
In fondo, One Piece ci ha sempre abituato a scenari ben definiti: scontri epici tra pirati, la liberazione di isole oppresse, e le inevitabili lotte contro la Marina. Il cuore dell’opera è sempre stato l’esplorazione e la scoperta, la caccia a un tesoro, la formazione di legami indissolubili sotto l’immensa bandiera della libertà. È vero, a livello di poteri, l’immaginazione di Oda non ha mai avuto limiti. Abbiamo visto uomini di sabbia o elettricità, corpi che si trasformano in fumo o fuoco, e persino figure mitologiche prendere vita grazie ai Frutti del Diavolo. La fantasia è sempre stata una componente fondamentale.
Tuttavia, c’è una linea sottile tra la fantasia sfrenata e l’introduzione di elementi che sembrano alterare la natura stessa del conflitto. La preoccupazione principale, in questo caso, non è tanto la presenza di poteri insoliti, quanto la loro apparente natura intrinsecamente “demoniaca” e ultraterrena, che sembra orientare la trama verso una dimensione più spirituale o persino “religiosa”, in netto contrasto con le premesse iniziali.
Se l’epilogo si rivelasse una sorta di crociata cosmica o religiosa, piuttosto che una battaglia per la libertà o il più grande tesoro del mondo, ci troveremmo di fronte a un genere più vicino a un isekai (dove il protagonista è trasportato in un altro mondo o una realtà fantastica con elementi divini/demoniaci), piuttosto che al classico shonen d’avventura piratesca che amiamo. La speranza è che Oda, come sempre, riesca a intrecciare questi nuovi elementi nel tessuto narrativo in un modo che rispetti le origini e le aspettative dei fan, senza snaturare l’essenza di One Piece.
