Il confine tra omaggio e appropriazione diventa sempre più sfumato nell’era dell’intelligenza artificiale, soprattutto quando entra in gioco una delle icone più riconoscibili della cultura pop come Darth Vader. In occasione del nuovo aggiornamento di Fortnite, rilasciato il 16 maggio 2025 come parte del Capitolo 6: Galactic Battle, il Signore Oscuro non si è limitato a essere un boss da combattere. Questa volta ha risposto. Letteralmente.
Grazie a una sofisticata integrazione tra i sistemi vocali di Google e ElevenLabs, Epic Games ha introdotto un Vader parlante con cui i giocatori potevano interagire tramite chat vocale in tempo reale, sorprendendo chiunque, tra cui i giocatori italiani. La voce è stata modellata su quella di James Earl Jones, lo storico doppiatore del personaggio, e veniva riprodotta attraverso algoritmi di sintesi vocale. Secondo quanto riportato, l’autorizzazione all’uso dell’identità vocale è arrivata direttamente dagli eredi di Jones, con la nobile intenzione di “preservare la voce di Vader per le future generazioni”.
Ma la buona intenzione non ha impedito il caos e il web si è rapidamente riempito di meme con situazioni che vedevano Vader AI protagonista, o altre dove il personaggio pronunciava frasi offensive o portava contenuti problematici. Per quanto molti fossero innocui, certi video sono diventati virali, spingendo Epic a disattivare temporaneamente la funzione e a inserirla sotto controllo parentale, limitando ciò che l’AI potesse dire in gioco, da frasi razziste ad argomenti protetti da copyright (come ad esempio Pokémon). La risposta rapida ha contenuto i danni, ma ha riacceso il dibattito sull’uso dell’intelligenza artificiale nei videogiochi, specie in titoli rivolti a un pubblico giovane.

SAG-AFTRA contro l’ombra dell’automazione
Se l’incidente social è rientrato in tempi rapidi, quello legale promette di durare più a lungo. Il sindacato degli attori americani, SAG-AFTRA, ha infatti presentato un reclamo formale presso il National Labor Relations Board contro Epic Games e Llama Productions, accusandole di aver rimpiazzato il lavoro dei doppiatori sindacalizzati con una voce sintetica senza previa consultazione.
Al centro della controversia non c’è il consenso degli eredi di Jones, ma l’assenza di negoziazione con il sindacato. Per SAG-AFTRA, si tratta di una violazione delle regole contrattuali che potrebbe avere conseguenze ben oltre il caso Fortnite. L’uso crescente di voci AI, anche in altri media come cinema e televisione, solleva interrogativi cruciali sul futuro del lavoro per doppiatori e attori vocali.
Il caso ha quindi un peso che va oltre il singolo gioco, in quanto si tratta di un potenziale precedente. Se la causa si risolvesse in favore del sindacato, potrebbe costringere l’industria videoludica a ridefinire le modalità di impiego delle intelligenze artificiali, introducendo contratti più trasparenti e garanzie per i lavoratori umani. In questo scenario di evoluzione e incertezza, l’unica costante sembra essere il cambiamento continuo, e questa volta, ha la voce profonda e metallica di Darth Vader.
