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Il caso Borderlands che ha scatenato le recensioni negative su Steam: tra video virali e licenze fraintese

Il rapporto tra community di videogiocatori, sviluppatori e publisher è spesso una danza delicata, in equilibrio tra trasparenza e diffidenza. Un nuovo esempio di questa dinamica si è manifestato recentemente con Borderlands, la celebre serie di sparatutto RPG, che nelle ultime settimane è stata colpita da una ondata di review bombing su Steam, innescata da un video su YouTube. Ma dietro la reazione dei fan si cela un intreccio complesso di interpretazioni errate, timori legittimi e molta, molta disinformazione.

Tutto ha avuto origine a marzo 2025, quando lo youtuber Hellfire, conosciuto per i suoi contenuti legati a Borderlands, ha pubblicato un video intitolato “Take-Two Spies on Borderlands Players”. Nel filmato, lungo 16 minuti, vengono messi a confronto i vecchi accordi di licenza (EULA) dei giochi Borderlands con quelli aggiornati da Take-Two, l’azienda distributrice del gioco. Secondo Hellfire, il nuovo contratto presenta clausole “invasive”, in particolare per quanto riguarda la raccolta di dati personali e le restrizioni sull’uso delle mod. Tuttavia, gran parte dei punti sollevati nel video appaiono ben meno clamorosi se osservati con occhio critico. La questione più discussa riguarda proprio la raccolta di dati da parte di Take-Two, come nome, IP, sistema operativo o numero di telefono.

Tuttavia, questi dati non sono una novità per chi ha già registrato un account Shift, necessario da anni per riscattare contenuti in Borderlands. Il contratto non fa altro che elencare ciò che gli utenti già condividono. Anche la sezione del contratto relativa alle mod è stata fraintesa. La clausola in oggetto vieta l’utilizzo di exploit o metodi non autorizzati che interferiscano con l’esperienza di gioco di altri utenti, in particolare nei server online. Nulla che non fosse già presente nei termini precedenti. L’applicazione di questa clausola sembra pensata per tutelare il gioco online da cheater e pirateria, più che per attaccare la vivace community di modder che da anni arricchisce Borderlands.

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Privacy, mod e kernel-level anticheat: tra paure e speculazioni

Ciononostante, un secondo video di Hellfire pubblicato ad aprile ha raccolto quasi mezzo milione di visualizzazioni, amplificando ulteriormente l’allarme tra i fan e scatenando una pioggia di recensioni negative su Steam, tutte concentrate nel periodo immediatamente successivo alla pubblicazione del video. La situazione, però, si è rapidamente sgonfiata, con un calo netto delle recensioni negative già nel mese successivo.

Nel frattempo, alcuni rumor hanno cominciato a circolare su un presunto piano di Take-Two per introdurre un kernel-level anticheat nei futuri titoli della serie, forse Borderlands 4, che permetterebbe all’azienda di “spiare” gli utenti. Ma a oggi non c’è alcuna prova concreta di tale implementazione. Kernel-level anticheat è già usato da altri colossi come Riot Games, EA e Activision Blizzard, e sebbene sollevi preoccupazioni legittime sulla sicurezza in caso di vulnerabilità, nessun dato indica un abuso da parte di Take-Two. Il meme “Randy Pitchford che ti ruba la password di Netflix” rimane, per ora, solo questo: un meme.

Questo episodio sottolinea quanto sia importante mantenere un sano scetticismo verso le grandi aziende tech e analizzare con attenzione i contratti a cui acconsentiamo. Ma ricorda anche che i momenti di panico collettivo generati da contenuti virali possono trasformare strumenti come le recensioni su Steam in armi spuntate, utilizzate più per sfogare insoddisfazioni che per una critica costruttiva. E in questo caso, la battaglia è sembrata più uno spavento passeggero che una protesta fondata.

Borderlands 3

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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