Tra gli anni Duemila e il 2010, Bionicle è stato molto più di una semplice linea di giocattoli LEGO, in quanto per molti collezionisti e appassionati era un universo narrativo complesso, con una mitologia sorprendentemente profonda che successivamente si è ampliata con serie TV, videogiochi e romanzi. Un marchio che ha segnato una generazione e che, sebbene ufficialmente “dormiente” da tempo, continua a vivere nella memoria e nell’affetto di chi è cresciuto con Toa, Makuta e Kanohi. Per questo motivo, la notizia che Bionicle: Masks of Power, un ambizioso fan game sviluppato da quasi un decennio, sia stato ufficialmente bloccato da LEGO con il cosiddetto “cease and desist“, ha colpito duramente la community.
Dietro questo progetto c’era Team Kanohi, un gruppo di fan trasformatosi in vera e propria squadra di sviluppo. Non si trattava di un piccolo tentativo amatoriale, ma di un’opera strutturata, con decine di collaboratori tra sviluppatori, animatori, compositori, doppiatori, artisti visivi e designer. Il gioco, che sarebbe stato gratuito, prometteva un’avventura in terza persona ispirata a titoli come God of War, con un mondo esplorabile, un sistema di combattimento raffinato, musiche originali e perfino doppiaggio in stile Animal Crossing.
Una lettera d’amore digitale, insomma, per un franchise abbandonato ma mai dimenticato. Nonostante i tentativi da parte del team di trovare un accordo con LEGO, la casa madre ha imposto lo stop definitivo a pochi mesi dal rilascio della demo pubblica. Le parole del lead developer Jordan Willis, rilasciate attraverso un comunicato ufficiale, sottolineano una certa delusione: “Siamo rimasti sorpresi da questa decisione, viste la natura gratuita del progetto e la reputazione di LEGO di solito positiva nei confronti dei fan. Tuttavia, dobbiamo attenerci alle loro richieste“.

Da progetto fan di Bionicle a studio indipendente: la rinascita di un sogno
La vera portata del lavoro emerge ancora più chiaramente se si osserva l’impressionante lista di crediti del progetto, condivisa in un walkthrough video finale pubblicato per documentare tutto ciò che era stato creato. Quello che in origine era nato come omaggio da parte di fan appassionati si era trasformato, nei fatti, in uno sviluppo semiprofessionale.
Il progetto è stato cancellato, ma il percorso del team non finisce qui. Anzi, prende una nuova forma in quanto nasce Unmasked Games, studio indipendente fondato dagli stessi sviluppatori, già al lavoro sul loro primo titolo originale provvisoriamente intitolato Project Rustbound. Una scelta che dimostra come la delusione non abbia spento l’entusiasmo creativo del gruppo, ma lo abbia piuttosto canalizzato verso un futuro tutto da scrivere.
“È stata una notizia devastante per tutti noi,” recita il loro comunicato ufficiale, “ma siamo anche entusiasti per ciò che ci aspetta e per tutto quello che potremo creare da adesso in avanti.” La chiusura forzata del fan game, quindi, non segna una fine, bensì una trasformazione. L’esperienza accumulata nel costruire Masks of Power ha gettato le fondamenta per una nuova realtà, pronta a muoversi senza i vincoli imposti da proprietà intellettuali altrui.
Il caso solleva anche interrogativi più ampi sul rapporto tra creatività fanmade e copyright. Quando un marchio è inattivo da anni e la community si mobilita per tenerlo in vita, dove finisce la protezione legittima dell’IP e dove comincia la limitazione del potenziale creativo? LEGO, da sempre attenta alla valorizzazione della propria immagine e proprietà, ha scelto di chiudere la porta. Ma i fan, ormai maturati in veri professionisti, stanno già costruendo la loro nuova casa altrove.
