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Quando One Piece ha rischiato di finire a metà: il crollo di Oda durante Dressrosa

La saga di One Piece è ormai diventata una pietra miliare del manga moderno, ma pochi sanno che la sua avventura poteva concludersi molto prima di quanto previsto. È stato lo stesso Eiichiro Oda a confessarlo: nel 2013, durante l’arco narrativo di Dressrosa, la sua salute ha subito un crollo tale da far temere il peggio, sia per lui che per la sua opera.

In un’intervista del 2016, Oda ha raccontato di essere stato ricoverato in ospedale, evento che ha scatenato il panico tra gli editori di Shonen Jump. Per la prima volta, si è ventilata l’ipotesi che One Piece potesse finire bruscamente.

A causare questo tracollo? Anni di lavoro ininterrotto, dormendo pochissimo, alimentandosi male e senza mai concedersi pause. “Quando sono crollato, ho pensato: ‘Editori, ve ne siete accorti finalmente che se tiro troppo la corda, crollo?’”, ha dichiarato Oda con amarezza e ironia, come leggiamo da Gamerant.

Quando One Piece ha rischiato di finire a metà: il crollo di Oda durante Dressrosa

Quando One Piece ha rischiato di finire a metà: il crollo di Oda durante Dressrosa

La serializzazione settimanale e i sacrifici dietro il successo

All’epoca, Oda raramente si prendeva una pausa: disegnava senza sosta anche sei o sette capitoli di fila, un ritmo insostenibile anche per il più devoto degli artisti. Con la saga di Dressrosa — una delle più lunghe e dense del manga — la pressione era al massimo. I fan ignoravano quanto la pubblicazione settimanale stesse logorando il creatore della loro serie preferita.

Solo dopo il ricovero del 2013, Shonen Jump ha permesso a Oda di prendersi pause regolari. Ed è stato un punto di svolta: da quel momento, ha iniziato a concedersi settimane di riposo dopo tre capitoli pubblicati e persino brevi hiatus mensili quando necessario. Inoltre, ha rivisto la sua routine: cammina di più, cura l’alimentazione e gestisce meglio il tempo di lavoro.

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Una lezione per l’industria

Oggi, Oda sta meglio e continua a lavorare sul Final Saga di One Piece, ma la vicenda del 2013 rimane un monito sul peso del lavoro creativo in Giappone, specie nei manga pubblicati settimanalmente. Se l’autore avesse davvero deciso di interrompere l’opera durante Dressrosa, avremmo perso non solo alcuni dei momenti più intensi del manga, ma anche l’emozionante viaggio verso il misterioso One Piece.

Leggi anche: ONE PIECE: ODA RIVELA UNO DEI SUOI OBIETTIVI PIÙ GRANDI PER LA SAGA FINALE

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Nicola Gargiulo

Nicola Gargiulo

Grafico e Copywriter di professione, nerd per ossessione. Cresciuto a latte, anime, videogiochi, film, serie TV, manga e fumetti cerco di diffondere il "verbo" tramite la parola scritta e lo spazio concesso dall'internet e dai capoccia di Dr. Commodore, detti anche "Gorosei".

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