La conferenza annuale del Microsoft Build di quest’anno ha fatto parlare di sé perché è stata teatro di una protesta interna proprio durante la fase di apertura. L’ingegnere Joe Lopez – appartenente al team di Azure – ha infatti interrotto il keynote del CEO Satya Nadella gridando a pieni polmoni “Palestina Libera!” davanti a partecipanti provenienti da tutto il mondo, per poi essere allontanato dalla sicurezza.
Le motivazioni della protesta: Microsoft offrirebbe a Israele un accesso speciale alle sue tecnologie
Lopez ha svelato le motivazioni dietro al suo gesto in una mail inviata a migliaia di colleghi dove ha accusato Microsoft di complicità con il governo israeliano nel massacro che sta compiendo all’interno della Striscia di Gaza. L’ingegnere sostiene infatti che l’azienda avrebbe consentito al Ministero della Difesa israeliano un “accesso speciale” a tutte le sue tecnologie, contribuendo quindi alle operazioni militari.
E forse i suoi sospetti non sono neanche così infondati: secondo alcune testate giornalistiche, l’esercito israeliano starebbe facendo ampio uso delle tecnologie di Azure e di strumenti basati su OpenAI, violando di fatto i principi morali promossi dalle stesse aziende. Lopez non è stato neanche l’unico dipendente a protestare nei confronti di Microsoft, in quanto due ex dipendenti membri del collettivo “No Azure For Apartheid” accusarono i dirigenti di trarre profitti dalla guerra durante l’evento per i 50 anni dell’azienda.

L’appello di Lopez ai colleghi
Lopez, quindi, sostiene di essere passato da ingegnere giovane ed entusiasta di avere un ruolo all’interno della prestigiosa azienda, a un oppositore deciso delle politiche aziendali, e invita i colleghi a non rimanere in silenzio per svolgere il loro ruolo di cittadini: “Un giorno, i miei figli mi chiederanno cosa ho fatto mentre Gaza veniva rasa al suolo. Spero che mi perdonino per essere rimasto in silenzio così a lungo“.
Microsoft, dal canto suo, dopo la protesta ha commissionato a un’anonima azienda esterna di revisionare dell’utilizzo delle sue tecnologie in Israele, non trovando però nessuna traccia di un loro impiego nella guerra.
