Nonostante le ripetute dichiarazioni del Governo italiano secondo cui la stagione degli incentivi auto fosse definitivamente conclusa, la questione torna prepotentemente d’attualità. A riaccendere i riflettori è un passaggio incluso nella revisione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), come riportato da Il Sole 24 Ore, che prevede il possibile impiego di quasi 600 milioni di euro in un nuovo programma di rottamazione e rinnovo del parco veicolare.
Il motivo? Il mancato raggiungimento degli obiettivi previsti per lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica elettrica ha lasciato inutilizzati circa 597 milioni di euro. Piuttosto che lasciarli fermi, il Governo ha deciso di reindirizzare questi fondi per dare impulso alla sostituzione dei veicoli a combustione interna con auto elettriche, con una particolare attenzione alle fasce di reddito più basse e alle microimprese.
La proposta, ancora in fase preliminare, punterebbe a incentivare l’acquisto di veicoli a zero emissioni attraverso un sistema di bonus calibrato sul reddito del richiedente. In altre parole, chi ha un ISEE basso potrebbe accedere a un contributo economico più consistente rispetto ad altri cittadini. L’incentivo sarebbe legato alla rottamazione di una vettura inquinante e si estenderebbe anche all’acquisto di veicoli commerciali leggeri (categorie N1 e N2) per microimprese, ma sempre nel perimetro delle emissioni zero.

Gli incentivi auto come opportunità per accelerare la transizione
Le prime stime del Governo indicano che con questa manovra si potrebbero sostituire circa 39.000 veicoli. Una cifra che, seppur modesta rispetto al totale del parco circolante italiano, rappresenta un contributo significativo in un contesto in cui l’età media delle auto sulle strade supera ormai i 13 anni. Questo dato, tra i più alti d’Europa, rappresenta non solo un limite in termini di sostenibilità ambientale, ma anche un problema di sicurezza e di efficienza complessiva del traffico urbano e interurbano.
La proposta non è ancora legge e dovrà passare attraverso l’approvazione del Parlamento, ricevendo in seguito il via libera della Commissione europea, visto che si tratta di fondi legati al PNRR. Tuttavia, l’apertura istituzionale al ritorno degli incentivi potrebbe rappresentare un cambio di passo importante per un settore, quello delle auto elettriche, che in Italia fatica a decollare, anche a causa dei costi ancora elevati e della percezione diffusa di una rete di ricarica non ancora capillare.
Se confermato, il nuovo piano rappresenterebbe un compromesso interessante tra sostenibilità, giustizia sociale e rilancio economico. Non resta che attendere l’evoluzione dell’iter normativo per capire se l’Italia tornerà davvero a scommettere sugli ecoincentivi per la mobilità elettrica.
