Non è un momento tranquillo per Moon Studios. Il team di sviluppo noto per la serie Ori si trova al centro di numerosissime discussioni, e non tanto per le problematiche legate al gioco attualmente in accesso anticipato, No Rest for the Wicked, quanto per le dichiarazioni del suo CEO, Thomas Mahler. In una sequenza di commenti pubblicati (e poi in parte ritrattati), Mahler ha sollevato dubbi sul futuro del gioco e persino sul destino dello studio stesso, dando però l’impressione di voler spostare il dibattito dai reali problemi del gioco verso scontri ideologici e controversie personali.
Partendo dall’inizio della vicenda, a causare inizialmente il polverone è stato un aggiornamento problematico per No Rest for the Wicked, che ha portato, tra le altre cose, alla cancellazione dei salvataggi degli utenti senza preavviso. Il malcontento si è riversato in una raffica di recensioni negative su Steam, provocando la reazione di Mahler, che ha parlato apertamente su Discord (messaggio riportato di seguito) del rischio di chiusura per Moon Studios se la valutazione del gioco non fosse migliorata. Dichiarazioni che sono sembrate a molti un tentativo di “elemosinare” recensioni positive e, peggio ancora, di colpevolizzare gli utenti per problemi interni allo sviluppo.
La gente crede che scherzi quando chiedo recensioni positive, questo perché nella testa delle persone c’è sempre un grosso publisher dietro i titoli che copre tutti i i costi…
Gente, se state scrivendo qui e vi state godendo No Rest for the Wicked e siete entusiasti per i futuri aggiornamenti, ma non avete lasciato una recensione positiva, è assolutamente possibile la situazione in cui non ci vedrete più tra un paio di mesi, impossibilitati a fare altro, semplicemente perché abbiamo subito la pioggia di recensioni negative, una cosa che porta le persone a non comprare il gioco. Questo significa che non guadagniamo e che dovremmo chiudere i battenti.
Non lo chiederei se il nostro business non dipendesse da questo. Nemmeno io scrivo recensioni negative, su niente, ma se volete davvero vedere Wicked completato, è assolutamente necessario che la nostra valutazione torni a puntare nuovamente verso l’alto.

Tra sfoghi fuori luogo e reazioni dei fan: No Rest for the Wicked appeso a un equilibrio fragile
La vicenda ha rapidamente assunto i toni di un crollo comunicativo. Dopo aver ventilato l’ipotesi che No Rest for the Wicked potesse non vedere mai una versione completa, Mahler è tornato sui propri passi, dichiarando successivamente in un lungo post su X di essere stato frainteso e che la situazione finanziaria dello studio non è in realtà così grave. Tuttavia, le sue ulteriori affermazioni hanno contribuito solo ad alimentare il caos, tra accuse generiche ai media che creano articoli basandosi su un commento su Discord, riferimenti ideologici del tutto fuori contesto e uscite pesanti su X. Tutto questo ha spostato l’attenzione dalle reali problematiche del gioco a un teatrino di dichiarazioni surreali.

La frase che ha più fatto discutere è stata “ormai chiunque non includa cinque personaggi trans nei propri giochi è un nazista” la quale ha finito per trascinare l’intera questione in un pantano polemico che poco ha a che vedere con lo sviluppo videoludico. È difficile immaginare un peggior modo per gestire una crisi d’immagine, soprattutto in un contesto delicato come quello dell’Accesso Anticipato, dove la fiducia degli utenti è cruciale.
Nel frattempo, No Rest for the Wicked ha ricevuto l’aggiornamento The Breach, che ha portato una ventata d’aria fresca al progetto, tra cui una grossa espansione del mondo, miglioramenti al gameplay e nuovi contenuti. La community, nonostante tutto, ha mostrato maturità rispondendo con diverse recensioni positive che hanno riportato la valutazione del gioco a “Perlopiù positiva” su Steam. Una dimostrazione che l’interesse c’è ancora, ma il tempo per recuperare fiducia è sempre più limitato. Ora resta da capire se Moon Studios saprà concentrarsi sulle cose che contano davvero, ovvero un gioco solido, aggiornamenti puntuali e comunicazioni trasparenti. Perché, come spesso accade, i danni peggiori non arrivano da chi critica, ma da chi non sa gestire le critiche.
