In un mondo come quello di Game of Thrones, ogni scelta ha un prezzo, e spesso si paga col sangue. La storia di Sansa Stark, una delle evoluzioni più sorprendenti della serie HBO, poteva prendere una direzione completamente diversa. George R. R. Martin, autore della saga originale A Song of Ice and Fire, aveva infatti immaginato un destino molto più oscuro per la giovane Stark: un matrimonio reale consumato con Joffrey Baratheon e un figlio nato da quell’unione.
Game of Thrones, l’innocenza tradita: Sansa nel cuore del trono
All’inizio di Game of Thrones, Sansa è una ragazza ingenua, cresciuta sognando principesse e corone. Vuole sposare un principe, vivere a corte e diventare regina. Quando Joffrey arriva a Winterfell, lei vede in lui la realizzazione di quel sogno. Ma come sappiamo, la realtà è ben diversa: Joffrey è sadico e crudele, e Sansa finisce prigioniera in una capitale corrotta e letale, mentre la sua famiglia viene decimata a nord.
Secondo l’idea iniziale di Martin, però, Sansa non sarebbe fuggita da King’s Landing. Al contrario, avrebbe sposato Joffrey, portato avanti il matrimonio e avuto un figlio con lui. Questo elemento avrebbe reso la sua posizione molto più complessa: non più solo una vittima, ma una madre disposta a tutto pur di proteggere il proprio bambino, anche a costo di rinnegare la sua famiglia Stark. Una svolta narrativa carica di conflitti morali e psicologici, come leggiamo su Comic Book.

Dalle catene al trono del Nord: l’arco di redenzione di Sansa
Fortunatamente, Martin ha poi deciso di abbandonare questa strada. La serie ci mostra una Sansa che, nonostante le violenze subite — dal matrimonio forzato con Ramsay Bolton all’umiliazione pubblica — riesce a risollevarsi, a fuggire, a ricostruirsi. Torna a Winterfell, lotta al fianco di Jon Snow nella Battaglia dei Bastardi e prende il suo posto come guida del Nord.
Il suo percorso la porta da pedina a regina, da ragazza illusa a leader determinata. L’abbandono della storyline originale ha permesso di sviluppare un personaggio più forte, più realistico, e soprattutto più autonomo.
In fondo, ciò che rende Sansa memorabile non è solo dove arriva, ma tutto ciò che affronta lungo il cammino — senza mai perdere la propria dignità, e senza dover sacrificare se stessa per un erede al trono nato da un incubo.
