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Diablo 4 x Berserk si mostra in un trailer, ma accende subito il dibattito per il costo di 150$

Quando Blizzard ha annunciato la collaborazione tra Diablo 4 e Berserk, l’interesse e la curiosità dei fan sono salite alle stelle, o forse sarebbe meglio dire scese nelle fiamme infernali. L’iconico manga di Kentaro Miura, che ha ispirato generazioni di artisti e game designer, incontra una delle saghe videoludiche più cupe e sanguinarie di sempre, e per molti questo sembrava l’incontro perfetto.

In effetti, l’operazione ha un fascino magnetico, con set ispirati ai personaggi simbolo dell’universo narrativo di Berserk, da Gatsu a Grifis, fino al Cavaliere del Teschio e alla struggente versione dello “struggler”, proposti come skin esclusive per classi specifiche del gioco e mostrati in un coinvolgente trailer e nell’apposito post sul sito ufficiale con tutti i dettagli e anteprime. Tuttavia, quel che doveva essere una celebrazione è diventato terreno di polemica. Il motivo? Il prezzo. Per accaparrarsi tutti i contenuti del crossover, un giocatore dovrebbe sborsare circa 150 dollari. Una cifra che, al netto dell’affetto per l’opera di Miura, risulta oggettivamente alta per dei contenuti cosmetici.

Ogni set di armature costa 2.800 Platinum, pari a circa 25 dollari. Sommando i quattro set principali, il Warhorse e il pet Schnoz, si arriva alla fatidica soglia. Non esiste un bundle scontato, né una forma alternativa per ottenerli, rendendo l’acquisto un investimento a prezzo pieno. Come se non bastasse, anche volendo comprare il pacchetto di Platinum più ricco da 149,99 dollari, ci si ritrova comunque con 2.000 unità inutilizzabili, lasciando l’amaro in bocca a chi desiderava solo completare la collezione senza sprecare nulla.

diablo 4 x berserk

Fascino estetico o trappola emotiva? Diablo 4 al confine del fanservice

Dietro la polemica, però, si nasconde una domanda più ampia sul modello economico dei giochi live service. È accettabile un esborso così alto per contenuti estetici? O si tratta dell’ennesima manifestazione di una monetizzazione aggressiva che sfrutta la passione dei fan? Blizzard non è nuova a queste critiche, ma in questo caso il bersaglio non è solo il prezzo, bensì anche l’assenza di un’offerta più flessibile. Chi ama Berserk potrebbe volere un solo set, ma la struttura dei Platinum, acquistabili solo in pacchetti fissi, spinge indirettamente a spendere di più del necessario.

È evidente come il richiamo emotivo del crossover abbia un ruolo centrale nella strategia. Berserk non è solo una licenza, ma un mito, una reliquia del fantasy dark, un’opera tragica e potente che ha lasciato un’impronta profonda su generazioni di lettori e sviluppatori. Usarla come leva per incentivare l’acquisto di cosmetici è, per molti, un modo efficace ma anche cinico per monetizzare la nostalgia. La frustrazione emerge soprattutto nel confronto con quanto avrebbe potuto essere, come ad esempio un evento celebrativo, magari legato a missioni in-game, sbloccabile con il gameplay, oppure accompagnato da bundle intelligenti e accessibili.

Di fronte a operazioni come questa, il confine tra omaggio e sfruttamento diventa sempre più sfocato. Diablo 4 è da sempre un gioco con un grande potenziale, ma come altri titoli Blizzard deve ancora trovare un equilibrio tra l’essere un’esperienza coinvolgente e un marketplace a cielo aperto. Il crossover con Berserk aveva tutti gli elementi per essere memorabile, e forse lo sarà comunque. Ma il prezzo da pagare, letteralmente, rischia di offuscarne il valore.

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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