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Neuralink, parla il primo paziente: “Non condivido tutto quello che dice Musk, ma per me è un eroe”

È già passato un anno da quanto Neuralink – la società di Elon Musk – ha inserito il suo chip nel cranio del primo paziente, il trentenne tetraplegico Noland Arbaugh, con risultati più che ottimi. In questi 12 mesi la vita del ragazzo è migliorata molto, come lui stesso ha raccontato in una videochiamata con la testata Open.

La storia dell’incidente di Noland Arbaugh

Noland è rimasto paralizzato dal collo in giù dopo un incidente avvenuto nel 2016, le cui dinamiche non sono ancora chiarissime. Mentre si trovava in un lago con amici, si è scontrato con un loro di loro mentre si stava tuffando in acqua. Poco dopo, il ragazzo si è svegliato a faccia in giù nell’acqua, e nonostante non fosse conscio di quanto successo, aveva capito di aver preso un colpo fortissimo al collo e di non riuscire più a muovere il suo corpo. In un primo momento aveva pensato di farla finita, ma per fortuna una bagnina l’ha ripescato.

A causa dell’accaduto, la vita del ragazzo non è più stata come prima, in quanto non aveva più la libertà di vivere senza aver bisogno di programmare tutto o dipendere da qualcuno. Ma la cosa che l’ha sempre addolorato è stata la consapevolezza che non avrà mai una famiglia tutta sua.

Neuralink

L’operazione con Neuralink e il rispetto per Elon Musk

Avvisato dell’esperimento di Neuralink da un amico, Noland si è subito candidato, anche se non ero scoppiato di felicità. Dopo mesi di attesa e mesi di test, il ragazzo è stato operato, e i benefici che ha avuto con il chip hanno cambiato completamente la visione del mondo. Il chip, che ricordiamo è in grado di leggere le sue onde cerebrali, gli ha permesso di controllare con il pensiero alcuni dispositivi elettronici (ad esempio i PC e la Nintendo Switch), di ritrovare parte della sua privacy e riuscire anche a riconnettersi con amici che non sentiva da tempo.

Noland ha pure incontrato Elon Musk, e ha rivelato di provare un tuffo al cuore ogni volta che l’imprenditore lo menziona in discussioni ufficiali, comprese quelle con l’attuale presidente Donald Trump. Per lui Musk è un eroe, anche se ha ammesso che non sempre si trova d’accordo con quello che fa e dice.

Neuralink

I nuovi obiettivi del primo paziente di Neuralink

Nella parte conclusiva dell’intervista ha detto di essere consapevole che finito il test il chip potrebbe anche essere rimosso, e ritornerà a vivere come prima, ma questo non lo scoraggia in quanto Neuralink non è l’unico scopo che ha nella vita e che anche senza di esso troverà comunque dei modi per rendersi utile. Infatti ha intenzione di continuare a combattere per le persone che si trovano in una situazione simile alla sua, e non esclude neanche di entrare in politica in futuro. Prima che finisca il test, però, gli piacerebbe ricevere una Tesla modificata che possa collegarsi al suo chip oppure un robot (anche se di recente è riuscito a controllare un braccio robotico per scrivere=.

Di recente ha anche rincontrato e ringraziato la bagnina che lo salvato, la quale per anni si è sentita in colpa perché pensava che lui avrebbe preferito rimanere a faccia in giù nel lago e farla finita. A posteriori pensa infatti che quello che gli è successo era voluto dal destino, e man mano che va avanti con la sua vita si rende conto di star diventando una persona migliore.

Neuralink

Neuralink ha inserito il chip nel cranio di altre due persone, le quali hanno però preferito rimanere anonime rispetto a Noland.

Leggi anche Neuralink: il primo paziente controlla un braccio robotico per scrivere.

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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