Il governo canadese ha recentemente imposto uno stop alle attività commerciali di TikTok sul proprio territorio, adducendo ragioni di sicurezza nazionale e bloccando di fatto ogni possibilità di espansione dell’app nel Paese. Sebbene i cittadini siano ancora liberi di accedere all’app e creare contenuti, la decisione ha segnato un colpo significativo per ByteDance, la società cinese proprietaria della piattaforma, che aveva pianificato nuovi investimenti sul territorio canadese per allargare la sua influenza nel mercato nordamericano.
Il blocco, supportato dall’Innovation Minister canadese Francois-Philippe Champagne, è il risultato di una revisione di sicurezza iniziata nel settembre 2023 e basata sulle valutazioni dell’intelligence e di altri enti governativi. Con questa mossa, il Canada si allinea ai provvedimenti già presi da altre nazioni, quali gli Stati Uniti e diversi Paesi dell’Unione Europea, che hanno limitato o vietato l’uso di TikTok su dispositivi governativi per tutelare la sicurezza dei dati.
Champagne ha dichiarato che il blocco delle attività di TikTok è mirato a gestire rischi specifici legati alla presenza di ByteDance sul territorio, ma non sono stati divulgati ulteriori dettagli, in accordo con le leggi canadesi sulla trasparenza e sicurezza degli investimenti stranieri. ByteDance ha già risposto promettendo di opporsi alla decisione in tribunale, sostenendo che la chiusura dei suoi uffici canadesi comprometterà centinaia di posti di lavoro ben retribuiti nel Paese.

TikTok è davvero una minaccia alla sicurezza nazionale?
L’ostilità di vari governi nei confronti di TikTok si basa su timori concreti circa la gestione dei dati raccolti dall’app e la vicinanza della società madre, ByteDance, al governo cinese. Come riportato dalla fonte Reuters, il Canada aveva già vietato l’uso della piattaforma sui dispositivi governativi nel 2023, giudicando l’app un rischio per la privacy e la sicurezza dei dati. La mossa ha trovato riscontro negli Stati Uniti, dove il Presidente Joe Biden ha firmato una legge che obbliga ByteDance a vendere TikTok entro gennaio 2025, pena il divieto totale sul territorio americano. Questo si affianca a iniziative simili in stati come il Nord Dakota, che già limitano l’uso della piattaforma su dispositivi di proprietà statale.
La preoccupazione per la gestione dei dati della piattaforma si estende anche all’Europa, dove i principali enti dell’UE hanno vietato l’app sui dispositivi dei dipendenti per tutelarsi da possibili operazioni di raccolta dati finalizzate a favorire gli interessi cinesi. Questo specifico caso sul territorio canadese rappresenta quindi un ulteriore esempio di come i governi stiano adottando un approccio sempre più rigido verso le tecnologie straniere, in particolare quelle cinesi.
TikTok, nel difendere le proprie posizioni, ha dichiarato di collaborare attivamente con le autorità per garantire la sicurezza della piattaforma e dei milioni di utenti canadesi che dipendono dall’app per lavoro, creatività e comunità. Nonostante la reazione di TikTok, il governo canadese sembra determinato a mantenere un controllo rigoroso sull’espansione di aziende straniere sospettate di rappresentare rischi per la sicurezza nazionale, continuando ad osservare da vicino le mosse di ByteDance.
