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Porco Rosso, La città incantata e Si alza il vento dello Studio Ghibli

I 5 migliori film dello Studio Ghibli: tra vento, cielo e principesse

Il mondo degli anime deve tantissimo allo Studio Ghibli e alle sue creazioni. La sua produzione ultra-trentennale è di tutto rispetto ed è diventato un punto di riferimento per il settore dell’animazione. Nato nel 1985, lo studio porta con sé un po’ del nostro Paese: il nome “Ghibli” è stato dato dal genio Hayao Miyazaki che si è ispirato sia all’omonimo vento che spira dal deserto, sia dal Caproni Ca.309, un aereoplano degli anni Trenta.

Insieme a Miyazaki, nel corso della sua storia lo Studio Ghibli ha visto diversi altri registi e artisti coinvolti nelle sue produzioni. Spicca sicuramente Isao Takahata, amico e collaboratore di Miyazaki da molti anni, ancora prima della nascita dello studio (insieme hanno lavorato a prodotti come la prima serie di Lupin III del 1972 e Heidi del ’74).

In 48 anni di film è difficile scegliere le pellicole migliori dello studio giapponese. Per questa ragioni, più che stilare una classifica, abbiamo selezionato le pellicole che spiccano di più in questa produzione, per vari motivi (dalla qualità del prodotto in sé, al significato dietro alla loro realizzazione). Ecco i 5 migliori film dello Studio Ghibli, in ordine cronologico; potete recuperarli tutti su Netflix, doppiati in italiano.

Porco Rosso, La città incantata e Si alza il vento dello Studio Ghibli

Porco Rosso (1992)

Porco Rosso

Nel 1992 lo Studio Ghibli veniva già da una produzione di tutto il rispetto, con titoli quali Laputa: Castello nel cielo e Il mio vicino Totoro. Quando debuttò nelle sale Porco Rosso i giapponesi non si stupirono per la sua bellezza. Hayao Miyazaki ha davvero messo tutto il suo amore per l’Italia e per gli aerei in questa pellicola.

Porco Rosso è il soprannome del protagonista, un combattente della Prima Guerra Mondiale che, trasformatosi misteriosamente in un suino, si ritrova a pilotare un vecchio idrovolante nell’Adriatico. Siamo nell’Europa dell “periodo interbellico”: Miyazaki ha proprio scelto il Regno d’Italia per l’ambientazione della sua storia, con Porco che si ritrova a Milano per ripaarare il suo fido idrovolante.

Porco Rosso spicca tra i film Ghibli per le grandiose musiche di Joe Hisaishi, che ha composto tracce memorabili qui e in tantissimi altri film dello studio. Ma non solo: la pellicola di Miyazaki è un gioiello prezioso anche per la sua poesia. Il rapporto con Gina e il significato dietro alla trasformazione di Porco sono profondissimi e appassionanti, lasciando lo spettatore incollato alla sedia per tutta la durata del film.

Principessa Mononoke (1997)

Principessa Mononoke

Passati 5 anni da Porco Rosso, Hayao Miyazaki ha calato un altro asso con Principessa Mononoke: nel 1997 era diventato per breve tempo il film di maggiore incasso nella storia del Giappone, battuto pochi mesi dopo dal gigantesco Titanic. Con Principessa Mononoke il regista vira su un altro genere, passando dallo storico/fantastico a un fantasy puro, che vira sull’epico.

Al centro della storia vediamo la “principessa” San e il “principe” Emishi di nome Ashitaka. Colpito da una maledizione, il nostro protagonista parte in viaggio per trovare una cura. Ma finisce per trovarsi in mezzo alla battaglia tra “l’uomo” da una parte, rappresentata da Lady Eboshi e le armi che sta fabbricando, e dall’altra “la natura” e “il selvaggio”, rappresentate da San e dal Dio della foresta.

Se Miyazaki passa a un genere diverso, Mononoke vede un altro dei grandi temi della cinematografia del regista: l’ambientalismo, qui al massimo della sua espressione, dopo averlo trasposto in Nausicaa della valle del vento. Principessa Mononoke è una storia epica in tutti i sensi grazie alle musiche di Hisaishi, e anche alle animazioni proposte dallo studio. Senza dimenticare la tenere storia di vicinanza e rispetto tra San e Ashitaka, simbolo della convivenza possibile tra l’uomo e la natura.

La città incantata (2001)

Eternals

Sono diversi i film che hanno fatto conoscere in America il mondo degli anime. Due fanno parte di questo elenco: il primo lo si è citato sopra, ed è Principessa Mononoke; il secondo è un’altra pellicola di pregio di Hayao Miyazaki, La città incantata. Il film del regista è riuscito sdoganato definitivamente gli anime e lo Studio Ghibli in Occidente: dapprima vincendo l’Orso d’oro al Festival di Berlino, e poi il premio Oscar al Miglior film d’animazione (2003).

La versione giapponese di Alice nel paese delle meraviglie vede come protagonista la giovane Chihiro che, come una novella Alice, si ritrova per caso in un mondo incantato e a tratti assurdo. Qui conosce Haku, un giovane ragazzo della sua età che aiuta Chihiro in questo stano mondo, dominato da un enorme terma e dalla strega Yubaba. Insieme cercheranno un modo per far tornare Chihiro nel mondo reale, distrincandosi tra un mondo fantastico e fatto di creature misteriose (e anche mostruose). La città incantata è proprio un trionfo di idee creative: ogni mostro e personaggio ha un tratto unico, che rende la pellicola un gioiello visivo.

Come abbiamo già ribadito, La città incantata è stato un film importantissimo per la strada del successo dello Studio Ghibli. Fino ad allora solo alcuni produttori americani conoscevano le pellicole dello studio giapponese; un esempio è lo studio Pixar, di cui è presente un omaggio nella pellicola Ghibli, rappresentato da una lanterna che aiuta Chihiro. Dopo le sue vittorie ai festival del cinema, le opere del Ghibli sono diventate famosissime tra il pubblico mainstream, meritando così un apprezzamento oggi globale.

Si alza il vento (2013)

Si Alza il Vento

Il 2013 è stato un anno storico per lo Studio Ghibli: un’era si chiuse, con l’uscita dell’ultima pellicola di Isao Takahata (La storia della principessa splendente) e del penultimo film di Miyazaki. Stiamo parlando di Si alza il vento, che nell’idea originale del regista sarebbe dovuto essere la sua ultima pellicola con lo studi, una sorta di testamento “spirituale” per la sua carriera nel mondo dell’animazione (ma con l’uscita a breve di How do you live? le cose sono cambiate).

In Si alza il vento si vede tutto l’impegno profuso dal maestro per questo film, una pellicola vagamente ispirata alla vita di Jiro Horikoshi, l’ingegnere aeronautico che progettò gli infausti Zero: i velivoli che avranno un triste destino nella Seconda Guerra Mondiale. Fin da piccolo Jiro sogna di pilotare aerei, ma i problemi alla vista glielo impediscono; e così decide di non abbandonare del tutto il suo sogno, progettando i velivoli dei suoi desideri. Nel suo cammino incontra Nahoko, una giovane ragazza con cui inizierà una tenera e stupenda storia d’amore

Proprio il rapporto tra Jiro e Nahoko è uno dei motivi dietro la bellezza di Si alza il vento, forse la miglior pellicola di Miyazaki per lo Studio Ghibli. Un film molto simile come tematiche a Porco Rosso: alcune le sviluppa in maniera simile, altre le approfondisce ulteriormente, grazie alla figura di Giovanni Battista Caproni. Nei suoi sogni Jiro incontra proprio Caproni, e insieme danno vita a riflessioni agrodolci sugli aerei e sulla vita stessa: “Tra un mondo con le piramidi e un mondo senza piramidi, quale dei due preferisci?”

La storia della principessa splendente (2014)

la principessa splendente

Frutto di un progetto decennale, ultima fatica di Isao Takahata: La storia della principessa splendente è uno dei film migliori del Ghibli, la pellicola che ha chiuso un ciclo durato quasi 40 anni per lo studio e i suoi due più importanti registi. Insieme a Si alza il vento è stata l’ultima nomination agli Oscar per un film animato giapponese, prima di Mirai nel 2019 (purtroppo tutte e tre le pellicole non hanno conquistato la statuetta).

La storia della principessa splendente porta sul grande schermo una delle fiabe più famose in Giappone, risalente al X secolo: il Taketori monogatari, ovvero la Storia di un tagliatore di bambù. Ancora più del racconto originale, il film Ghibli si concentra sulla crescita di Kaguya-hime, la piccola “gemma di bambù”. In un racconto struggente vediamo la giovane ragazza passare dalla vita spensierata di campagna a quellla di città, venerata e trattata come una vera e propria principessa.

I frutti di una produzione durata 8 anni si vedono nei disegni e nelle animazioni. Non solo nello Studio Ghibli, ma nella storia dell’animazione giapponese lo stile del film di Takahata non ha eguali. Un tratto a volte coloratissimo, altre volte pastellato, mosso da movimenti rapidi o lenti, che seguono le emozioni di Kaguya-hime. A coronare la pellicola, le musiche di Joe Hisaishi, che non aveva ancora lavorato con Takahata.

LEGGI ANCHE: Studio Ghibli, seconda edizione per il cliclo cinematografico “Un mondo di sogni animati”: altri 5 film di Miyazaki tornano in sala

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Alessandro Guarisco

Alessandro Guarisco

Ebbene sì: scrivo da 2 anni per DRCOMMODORE di Tecnologia, Anime e manga Appassionato del mondo Apple, Android e Windows One Piece, One Piece ovunque Profilo Linkedln per scoprire i miei segreti: https://www.linkedin.com/in/alessandro-guarisco-1417321ab/

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