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L’AI di Google DeepMind cresce: ora sa giocare autonomamente ai videogiochi

DeepMind, l’azienda di intelligenza artificiale controllata da Alphabet e acquisita da Google, ha sconvolto gli appassionati di tecnologia di tutto il mondo sfoderando dalla manica un agente AI che sembra essere in grado di muoversi in autonomia nei videogiochi. Non è la prima volta che un modello di questo genere viene messo alla prova in un’attività da gaming, infatti è stato ampiamente dimostrato come le AI siano in grado di affrontare partite di giochi di logica, come Go o Scacchi, e di apprendere il meccanismo di alcune sfide senza conoscerne le regole, ma stavolta è l’agente stesso a sapersi muovere liberamente all’interno di veri e propri mondi tridimensionali.

Con l’obiettivo di addestrare il SIMA (Scalable Instructable Multiworld Agent), i ricercatori hanno collaborato con studi e publisher come Hello Games (No Man’s Sky), Tuxedo Labs (Teardown) e Coffee Stain (Valheim e Goat Simulator 3) per calare l’agente AI in un ambiente totalmente libero ed esplorabile. Il modello ha acquisito informazioni sui mondi di gioco assistendo a diverse ore di video che mostravano i gameplay svolti dai ricercatori. Da questi dati e dalle annotazioni fornite dai data labeler, SIMA ha imparato ad associare determinate rappresentazioni visive ad azioni, oggetti e interazioni presenti nel videogioco e a muoversi nelle mappe dei titoli sopraelencati con relativa spontaneità.

Sima DeepMind AI nei videogiochi

Come l’AI di Google Deepmind sta imparando a muoversi nei videogiochi

Pare proprio che SIMA stia apprendendo a muoversi liberamente nei mondi di gioco grazie al comportamento dei pixel che seguono determinati schemi sullo schermo; come dichiarato dai ricercatori, SIMA non necessita del codice sorgente o dell’accesso all’API di un gioco. Richiede solamente due input: ciò che viene mostrato sullo schermo e le istruzioni che vengono fornite all’utente. A tal proposito, DeepMind ha affermato che il loro agente può operare in quasi qualsiasi ambiente virtuale e Tim Harley, responsabile del progetto, ha fatto le seguenti dichiarazioni, riportate da Wired:

Questa capacità di funzionare in ambienti completamente nuovi evidenzia la capacità di SIMA di generalizzare oltre il suo addestramento. Si tratta di un risultato iniziale promettente, tuttavia è necessaria ulteriore ricerca affinché SIMA possa raggiungere livelli umani in giochi già visti e in quelli completamente nuovi.

I ricercatori stanno infatti lavorando nel tentativo di sviluppare una forma di automatismo all’interno dell’agente AI, cosicché questo possa muoversi con disinvoltura anche all’interno di mondi che non ha mai in precedenza codificato o esperito. L’obiettivo di DeepMind risiederebbe quindi nell’allenare motori d’intelligenza artificiale al punto da renderli indipendenti e capaci di svolgere una vasta gamma di attività, ma soprattutto compiti “a risposta aperta” senza che sia previsto, al raggiungimento del loro scopo, un feedback preciso che inneschi l’arresto dell’azione.

Il divario fra uomo e macchina si fa di giorno in giorno sempre più labile e con l’incremento dell’indipendenza dell’intelligenza artificiale è improbabile che il dibattito su questa nuova tecnologia si estinguerà facilmente.

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Matteo Perotti

Matteo Perotti

Figlio dell'autunno, esiliato dalle pagine di un libro, da allora insegue con sguardo malinconico le stelle del cielo, chiedendosi se l'EVA-01 fluttui ancora nel cosmo. Probabilmente è solo sfuggito da una poesia di Tim Burton.

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