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Spotify non ci sta: accusata Apple di estorsione per la nuova tassa sull’App Store

Ancora una volta Spotify torna all’attacco nei confronti di Apple per delle decisioni che hanno caratterizzato gli ultimi 5 anni dell’azienda e il rilascio dell’applicazione musicale sugli store digitali, sempre più condizionato da tasse da pagare. Il DMA (Digital Markets Act) doveva regolamentare in Europa le cosiddette “misure di sicurezza” che i creatori di iOS imponevano, costringendoli ad adattarsi per non andare contro la legge.

Eppure sembra che le regole non siano valide per Apple, in quanto le vecchie tasse sono state semplicemente sostituite da nuove tasse, per cui Spotify sostiene si tratti di “pura e semplice estorsione”. Anche prima dell’ingresso in vigore del DMA, l’azienda proprietaria dell’applicazione musicale aveva segnalato ripetutamente la società alla Commissione Europea, chiedendo di prendere delle azioni nei loro confronti per frenare questi comportamenti inaccettabili.

Spotify ha voluto sottolineare al mondo intero, tramite un post ufficiale, quanto Apple si stia mostrando arrogante con una nuova farsa, travestita da “alternativa allo status quo”, denominata Core Technology Fee e diretta agli sviluppatori come nuova tassa di installazione dell’app. In sostanza la società sta diffondendo dei nuovi metodi per costringere gli sviluppatori a non abbandonare l’App store, danneggiando enormemente un gran numero di società, le quali magari offrono le loro applicazioni gratuitamente.

Spotify contro Apple

Spotify potrebbe aumentare di 10 volte i costi di acquisizione clienti

Secondo le parole del CEO Daniel Ek, Apple sta rendendo inutile l’obiettivo del DMA di garantire più alternative e più controllo al consumatore, offrendo delle regole che vanno solamente a loro favore, con casi appunto di estorsione, citando il suo discorso diffuso anche sulla piattaforma X. Le nuove regole prevedono la possibilità di utilizzare degli store alternativi, ma allo stesso tempo, ogni sviluppatore dovrà pagare una tassa di 0.50 centesimi di Euro per ogni download ogni anno, soltanto per la loro presenza su dispositivi iOS.

Questo è il caso che ha portato alle accuse di estorsione, in quanto Apple impone anche una tariffa del 17% agli sviluppatori con applicazioni sull’app store ufficiale che offrono metodi di pagamento alternativi o reindirizzamenti al loro sito proprietario. Tutto ciò rende la scelta dello sviluppatore, ovvero se rimanere con lo status quo originale o accettare il nuovo programma, incredibilmente difficile, con i costi che potrebbero salire alle stelle, specialmente se le applicazioni offerte sono di natura gratuita.

Nessuna società, in caso la loro applicazione gratuita diventi virale, potrebbe mai permettersi la tassa annuale dovuta ad Apple, questo include anche Spotify che soltanto in Europa conta sopra i 100 milioni di download e dovrebbe pagare milioni anche se qualcuno ha l’app installata, ma non la utilizza. Le forti critiche nei confronti di queste nuove regole stanno inondando la società proprietaria dei prodotti con iOS, così come la Commissione Europea è intenzionata a fornire una risposta riguardo queste azioni, ma soltanto dopo Marzo 2024, quando entreranno in vigore le nuove normative.

Rottura tra Spotify e Apple

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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