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Kyoto Animation: continua il processo per l’incendio doloso. Le famiglie delle vittime sperano sia scelta la “pena più pesante possibile”

Sono passati più di quattro anni dall’incendio doloso allo studio 1 della Kyoto Animation del luglio 2019, che ha portato via la vita a oltre 30 persone. A settembre è iniziato il processo contro l’incendiario Shinji Aoba, che aveva perpetrato lo scellerato atto per una folle vendetta dovuta a un sedicente plagio di una sua storia nelle serie prodotte dallo studio.

Questa settimana in aula è stata discussa la severità della sentenza, con dichiarazioni di entrambe le parti. Il 27 novembre l’accusa ha parlato del caso definendolo “orrido e senza precedenti” per quanto riguarda un omicidio di massa e incendio doloso, “messo in atto per una distorta vendetta personale“. È stata poi sottolineata la premeditazione di Aoba e il fatto che abbia provocato non solo la morte di trentasei persone ma anche un danno emotivo non indifferente nei sopravvissuti. L’accusa ha poi chiesto alla giuria di tenere conto del numero delle vittime e la loro sofferenza psicologica.

La difesa ha risposto dicendo che l’accusa vuole che Aoba ottenga la pena di morte perché “è giusto uccidere chi ha ucciso, anche se uccidere è sbagliato“, aggiungendo che l’empatia che la corte prova per la sofferenza e la rabbia dei famigliari delle vittime possa far decidere la sentenza prima che la difesa possa esprimersi a dovere.

Kyoto Animation

Le dichiarazioni dei famigliari delle vittime dell’incendio alla Kyoto Animation

In questi giorni si sono espresse anche le famiglie delle vittime. La madre di un impiegato ventisettenne morto deceduto ha dichiarato che lei e gli altri famigliari speravano che il colpevole avesse riflettuto sulle sue azioni e che si sarebeb scusato, ma è rimasta delusa dalle dichiarazioni rilasciate da Aoba a settembre, quando ha riconosciuto di aver esagerato senza sembrare pentito completamente del suo gesto. Lei ha concluso dicendo che spera Aoba ottenga la pena più severa possibile.

Il padre di un’altra vittima ha dichiarato il 29 novembre che la pena di morte è una pena adeguata, perché questi crimini non possono essere espiati con le scuse o con il rimorso. Il giorno seguente molti altri genitori hanno espresso il desiderio di vedere Aoba ottenere la pena di morte.

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I famigliari del compianto regista Yasuhiro Takemoto (Miss Kobayashi’s Dragon maid, The Disappearance of Haruhi Suzumiya) sono di tutt’altro avviso. In una lettera mandata alla corte, il padre del regista ha dichiarato che “anche se fosse scelta la pena più dura” non gli verrebbe restituito suo figlio. La moglie ha invece raccontato l’etica del lavoro del marito, sottolineando come disegnasse a casa per impressionare i colleghi, cercando di mantenere un ruolo attivo nella vita di loro figlia.

Il padre di un’altra giovane vittima ha dichiarato di essere stato orgoglioso di vedere il nome della figlia tra i crediti del film Sound! Euphonium: The Movie – Our Promise: A Brand New Day, uscito pochi mesi prima dell’incendio, e ha dichiarato che spera la sentenza sia giusta perché vuole semplicemente che venga fatta giustizia.

Il processo andrà avanti ancora per più di un mese, e la sentenza definitiva sarà emessa il prossimo 25 gennaio. Kyoto Animation tornerà sugli schermi di tutto il mondo la prossima primavera con la terza stagione di Sound! Euphonium.

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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