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La startup Yepic AI promette di non realizzare deepfakes senza il consenso, ma poi lo fa lo stesso

I deepfakes sono contenuti da sempre molto discussi e guardati con sospetto, poiché mettono in evidenza tutte le potenzialità e, allo stesso tempo, i possibili pericoli che si nascondono dietro all’utilizzo smodato delle AI generative. Questa tecnologia permette infatti di realizzare video in cui è possibile mettere in bocca a chiunque parole di qualunque tipo, semplicemente utilizzando le foto e i dati dei singoli individui presenti sul web.

Attraverso i deepfakes, è dunque possibile creare divertenti video di satira in cui si fa dire tutto e il contrario di tutto a un politico oppure a un’altra persona particolarmente famosa o influente. Lo stesso però può essere fatto anche con intenzioni più malevole, con l’obiettivo, ad esempio, di screditare un rivale politico oppure di mettere in cattiva luce una personalità pubblica.

Per questo c’è ancora molta diffidenza nei confronti di questa tecnologia e perciò la startup Yepic AI, che si occupa proprio di deepfakes e AI, ha dichiarato pubblicamente che non avrebbe mai realizzato contenuti di questo tipo senza il consenso dei diretti interessati. Tuttavia, secondo quanto dichiarato dalla redazione del sito TechCrunch, l’azienda avrebbe recentemente infranto la sua stessa promessa.

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Yepic e i deepfakes non autorizzati inviati al reporter di TechCrunch

In un recente articolo, il sito racconta infatti come Yepic abbia recentemente deciso di inviare a un loro reporter una mail di presentazione assolutamente non richiesta in cui venivano mostrati due video deepfake realizzati con un’AI generativa che riproducevano perfettamente le sembianze del reporter. L’azienda, in questa stessa mail, affermava che i filmati erano stati realizzati prendendo le immagini del giornalista presenti su internet. Tuttavia ciò è avvenuto senza il consenso del diretto interessato e infatti quest’ultimo ha poi chiesto subito la cancellazione di quei contenuti.

Eppure la compagnia stessa in passato aveva dichiarato più volte di essere contraria a questo tipo di pratiche. Sul loro sito, in una pagina intitolata Etica, dichiarano, ad esempio, “I deepfakes e le impersonazioni create per satira e altri motivi sono proibite. In un precedente post del loro stesso blog avevano poi affermato: “ci rifiutiamo di produrre avatar personalizzati di persone senza il loro permesso”.

Così, in seguito ai recenti eventi, la stessa redazione di TechCrunch ha chiesto al co-fondatore di Yepic AI spiegazioni sull’accaduto, Aaron Jones. Questi ha innanzitutto sottolineato come ultimamente la compagnia stia aggiornando le proprie politiche etiche “per adattarsi alle eccezioni relative a immagini generate con le AI che sono create per scopi artistici o espressivi”.

Successivamente, interrogato sul recente incidente, Jones ha poi affermato:

Né io né il team di Yepic Team siamo stati direttamente coinvolti nella creazione dei video in questione. Il nostro team PR ha confermato che il video è stato creato specificamente per il giornalista per mostrare l’incredibile tecnologia creata da Yepic.

Aaron Jones

Jones ha poi affermato che tutti i filmati creati per questa occasione sono stati cancellati.

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Simone Gambaro

Simone Gambaro

Aspirante scrittore classe 1997 amante di tutto ciò che è intrattenimento. Vivo in provincia di Milano e adoro i Pokémon, i libri di Philip K. Dick, i film horror e la musica rap.

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