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Fate/Samurai Remnant, la nostra recensione: un samurai fuori dal tempo

La Guerra del Sacro Graal è un evento che tutti i fan del Nasuverse conoscono molto bene. Da Fate/Stay Night fino ad arrivare a Fate/Grand Order, tantissime opere ci hanno mostrato diverse rivisitazioni della guerra per il Graal di Fuyuki, e Fate/Samurai Remnant ce ne fornisce una versione del tutto nuova e inedita.

Ci troviamo nel Giappone del 1651 e ha inizio un nuovo rituale: il Waxing Moon Ritual. Miyamoto Iori, figlio adottivo e studente del leggendario spadaccino Miyamoto Musashi, viene scelto per essere uno dei Sette Master che parteciperanno alla guerra. Ben presto, però, ci renderemo conto che lo stile di vita e i valori di Iori lo rendono completamente inadatto a partecipare a un rituale del genere.

Fate/Samurai Remnant è l’ultimo titolo di casa Type-Moon, prodotto e pubblicato da Koei Tecmo qui alla sua prima collaborazione col celebre brand ideato da Kinoko Nasu. Koei non è nuova a videogiochi a tema anime: per citarne uno dei più famosi, si è occupata dei due giochi ispirati a L’Attacco dei Giganti, entrambi incredibilmente dettagliati pieni di personaggi e di quest tra storia principale e secondaria che ci permetteranno di scoprire e riscoprire l’opera di Hajime Isayama. Samurai Remnant, però, riesce ad essere un progetto persino più ambizioso di così e a fare un definitivo passo di qualità, segnando una vera e propria rivoluzione all’interno dei numerosi giochi connessi a Fate/ usciti nel corso degli anni.

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Grafica e ambientazione

Uno dei motivi per cui ho definito questo gioco una rivoluzione all’interno del brand di Fate è il fatto che si tratta effettivamente di un tipo di prodotto mai visto prima. Tolte le visual novel, Type-Moon ci ha abituati a fighting game o musou con attenzione praticamente inesistente alle mappe e all’ambientazione e l’unico prodotto realmente paragonabile a Samurai Remnant è Fate/Extra, che comunque soffre di un’area di gioco estremamente ristretta e in cui c’è ben poco da esplorare, trascorsa la prima settimana. Il titolo Koei Tecmo riesce ad imparare dalle limitazioni del titolo precedente e a stupire sin dalle primissime ore di gioco.

Detto con assoluta sincerità, Fate/Samurai Remnant è una gioia per gli occhi. Al suo interno troverete decine di mappe diverse quasi tutte enormi, ricche di aree nascoste, segreti e oggetti da scovare qua e là tra una missione della storia e l’altra. Per invogliare a girovagare gli sviluppatori hanno inserito anche diverse missioni che richiedono una buona dose di esplorazione da parte del giocatore per venire completate; da appassionata dei giochi open map e open world ho molto apprezzato questo aspetto e più volte mi è capitato di rimandare lo scontro di trama di turno in favore di una maggiore esplorazione della zona in cui mi trovavo.

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Il lato tecnico assolutamente ottimo favorisce ulteriormente questo aspetto. Spesso vi ritroverete a bocca aperta di fronte a paesaggi mozzafiato o fermi in mezzo a una strada, intenti ad osservare tutti i più piccoli dettagli delle bancarelle attorno a voi. L’unico lato negativo è il fatto di passare attraverso gli NPC per strada quasi fossero dei fantasmi, ma vista la quantità di dettagli rivolti a tutto il resto si può facilmente chiudere un occhio su questo.

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Il cast

Nel mondo di Fate da sempre i personaggi ricoprono un ruolo importantissimo, attirando spesso l’attenzione più della trama in sé e portando i fan ad innamorarsi di loro. Fate/Samurai Remnant non è un’eccezione e anzi i personaggi sono uno degli elementi di maggior pregio del gioco. Grazie alle circa cinquanta ore di storia principale (solo per la prima route!) riusciremo a conoscere quasi tutti i Servant e i Master e non solo il duo dei protagonisti, a comprenderne le motivazioni e a soffrire per i loro insuccessi.

Tutti i Master e i Servant del gioco risultano carismatici sin dalle loro prime scene e vi ritroverete molto presto a gioire per ogni loro comparsa, desiderosi di vederli ancora una volta in azione il prima possibile: ciò viene impreziosito ulteriormente dalla presenza delle “digressioni”, capitoli di storia in cui potrete interagire coi Servant e Master di altre fazioni (e talvolta anche di utilizzarli) e che vi permetteranno di conoscerli meglio.

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Lo stesso discorso si applica anche ai Rogue Servant, Spiriti Eroici erranti evocati nel Waxing Moon Ritual, che nonostante la loro limitata presenza a schermo rispetto ai Servant regolarmente evocati sono comunque molto ben caratterizzati; alcuni di loro saranno anche protagonisti di alcuni dei misteri più interessanti e appassionanti della storia principale, il che vi aiuterà a legarvi ancora di più a loro.

Fate/Samurai Remnant riesce nel difficilissimo compito di caratterizzare benissimo un enorme cast di personaggi. Il talento degli sceneggiatori, in particolare, sta nel fatto di riuscire a farlo senza dedicare decine e decine di ore e flashback a ciascuno di loro: bastano un paio di dialoghi, un momento particolarmente significativo, qualche linea di dialogo o di monologo in più e di colpo quel personaggio che non riuscivate a comprendere pochi minuti prima diventerà uno dei vostri preferiti. Si tratta di un approccio non invasivo alla caratterizzazione dei personaggi che mi ha lasciato scettica a primo impatto, ma che col passare delle ore ho apprezzato moltissimo.

Un gameplay ibrido ma estremamente soddisfacente

Nei primi minuti di gioco Fate/Samurai Remnant si presenta come un normalissimo musou in cui al momento dello scontro l’area viene chiusa e i nemici circondano il duo di protagonisti. Quasi subito, però, ci renderemo conto che questa non è l’unica meccanica presente nel gioco: affronteremo infatti anche complesse battaglie uno contro uno in cui non basterà premere a casaccio i due pulsanti di attacco per vincere, ma dovremo usare il complesso sistema di combo e attacchi che ci viene presentato col prologo. Nel caso dei boss, inoltre, per vincere sarà necessario studiare con attenzione l’avversario per capire come contrattaccare.

Magie, attacchi combinati, cambiamenti nello stile di combattimento di Iori e tantissime combo sono ciò che caratterizza il combat system di Samurai Remnant e che riesce quindi a renderlo estremamente dinamico e mai noioso a differenza di quanto potrebbe accadere con un normale musou; sempre rimanendo in casa Type-Moon, per esempio, la ripetitività del combat system era uno dei principali difetti di Extella ed Extella Link.

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L’esperienza di gioco non si limita però agli scontri. Fate/Samurai Remnant è infatti pieno zeppo di meccaniche che arricchiscono il gioco e contribuiscono a creare un’esperienza dinamica e ricchissima. Se siete dei giocatori di Fate/Grand Order, nel gioco Koei Tecmo troverete numerose idee e innovazioni aggiunte nel gacha nell’ultimo anno, qui ulteriormente migliorate per creare un sistema di gioco dinamico, ricco di elementi e che non vi annoierà mai.

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In conclusione

Fate/Samurai Remnant è un titolo appassionante che unisce citazioni e mitologia giapponese (ma non solo) ad elementi originali e colpi di scena imprevedibili, riuscendo grazie a tutti questi elementi a creare un gioco che da un lato rimane fedele al passato di Fate/, e dall’altro cerca di innovare e stravolgere le carte in tavola, riuscendoci perfettamente e conquistandosi così un posto tra gli spin-off migliori del franchise.

Ovviamente lo consiglio a tutti gli appassionati del brand, ma vista la qualità del prodotto mi sento di consigliarlo anche a chi conosce Fate/ solo grazie agli anime di Ufotable e vuole giocare qualcosa di nuovo, in grado sicuramente di risvegliare l’amore per questo enorme brand.

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Potete acquistare Fate/Samurai Remnant per PS5, PS4 e Nintendo Switch sul sito europeo di Koei Tecmo.

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Daniela Reina

Daniela Reina

Nel tempo libero viaggia attraverso tempo, spazio e mondi di fantasia in compagnia di qualche buona lettura. Il suo manga preferito è Berserk, l'anime Neon Genesis Evangelion.

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