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ChatGPT potrebbe tornare in Italia: oggi l’incontro tra OpenAI e il Garante della privacy

Il blocco di ChatGPT in Italia è ormai sulla bocca di tutti. La scorsa settimana, infatti, il Garante della privacy ha impedito l’accesso al celebre chatbot. Il motivo? A detta dell’Autorità, il chatbot raccoglierebbe le informazioni degli utenti senza il loro consenso.

Oggi le cose potrebbero cambiare: in giornata è previsto un incontro tra i vertici di OpenAI e il Garante della privacy per discutere di come la società raccoglie e tratta i dati personali degli utenti che usano il chatbot.

La conferenza deciderà la sorte di ChatGPT in Italia: se questa andrà a buon fine, assisteremo al ritorno del chatbot nella Penisola, viceversa l’accesso rimarrà bloccato.

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L’incontro col Garante della privacy e il destino di ChatGPT

Fin da quando è stata disposta la misura di blocco, OpenAI si è detta disponibile ad accettare qualsiasi confronto con le Autorità italiane al fine di risolvere la questione mediante una soluzione condivisa da tutte le parti in gioco.

La massima collaborazione offerta dalla società statunitense al Garante della privacy italiano è stata accolta favorevolmente da quest’ultimo. Infatti, l’Autorità si è precipitata a fissare l’incontro per oggi, 5 aprile 2023, così da fare luce sulla questione.

Sebbene l’ordine del giorno non sia ancora trapelato, è molto probabile che il colloquio verterà su come OpenAI raccoglie e tratta i dati personali dei suoi utenti. In special modo, il Garante della privacy esporrà tutte quelle misure che la società proprietaria di ChatGPT dovrà adottare per conformarsi pienamente alla normativa sulla riservatezza italiana (ed europea).

logo OpenAI

La speranza è quella che le parti riescano a trovare una soluzione condivisa che accontenti entrambi e che allo stesso tempo tuteli i diritti dei cittadini italiani. Dunque, se l’incontro dovesse avere esito positivo, ChatGPT potrà tornare operativa anche in Italia.

Anche altri Paesi europei si muovono contro OpenAI

L’Italia è stato il primo Stato in Europa ad aprire un’istruttoria contro il famoso chatbot. Anche altri Paesi europei si stanno muovendo in questa direzione.

Il primo tra tutti è la Germania: Ulrich Kelber, commissario tedesco per la protezione dei dati personali, ha affermato di essere in contatto con le Autorità italiane per decidere del futuro della piattaforma. A suo dire, il blocco in linea di principio è un’azione possibile anche in Germania”.

Anche Irlanda e Francia avrebbero preso contatti con il Garante della privacy italiano per fare fronte comune contro ChatGPT. Un eventuale fallimento delle trattative potrebbe comportare il blocco del chatbot anche in altri Paesi dell’Unione Europea.

ChatGPT

Fonti: 1, 2

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Francesco Lanciano

Francesco Lanciano

Classe 1998, videogiocatore incallito e da sempre appassionato alla tecnologia

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