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Diablo IV, abbiamo provato la beta in accesso anticipato: le nostre impressioni

A distanza di poco più di dieci anni dall’uscita di Diablo III, il nuovo capitolo, Diablo IV, si mostra in tutto il suo splendore in questi tre giorni della beta in accesso anticipato. Ci sarebbe così tanto da dire che non basterebbe tutto l’archivio per parlarne, ma cerchiamo di riordinare le idee e, passo dopo passo, addentriamoci nell’immensità di un gioco dal potenziale infinito.

In occasione di questa beta chiusa ci è stata data la possibilità di provare tre dei cinque personaggi giocabili all’inizio della campagna: barbaro, incantatore e tagliagole. I restanti due, il necromante e il druido, saranno disponibili solamente al lancio dell’open beta.

Una volta selezionato il personaggio, ci troviamo davanti alla prima delle novità più importanti, un gigantesco passo avanti a differenza del titolo precedente: è stato inserito l’editor del personaggio che ci permette di modificarne l’aspetto a seconda dei nostri gusti. Possiamo modificare capelli, barba, tatuaggi, colore della pelle e degli occhi, come più ci aggrada.

Screenshot 6

La trama di Diablo IV

Il nuovo videogioco Blizzard si concentrerà sugli eventi accaduti poco dopo la fine di Diablo III: Reaper of Souls. Così come abbiamo già visto nel trailer, dopo l’infinita guerra che ha visto protagonisti angeli e demoni, alcuni cultisti, sfuggiti alla battaglia, si rifugiarono all’interno di un tempio dissacrato dove, grazie all’avvento di uno studioso e alcuni predatori di tombe, riuscirono a riportare indietro Lilith, la figlia dell’odio.

Lilith è la figlia di Mephisto e per molto tempo è stata generale del triumvirato demoniaco contro le forze angeliche, prima di rendersi conto che, quella guerra infinita, non avrebbe più portato da nessuna parte. Così, dopo aver corrotto un angelo chiamato Inarius, i due fuggirono dalla battaglia per creare un luogo in cui nascondersi, sospeso in un limbo, a metà tra il paradiso e l’inferno: Sanctuary.

Dall’unione tra Inarius e Lilith nacquero i nephalem, degli esseri dai poteri talmente grandi da minacciare l’esistenza di qualsiasi forma di vita. Il loro potere era così immenso che, la loro semplice presenza, allertò i due schieramenti opposti, gli angeli e i demoni, rischiando così di far distruggere la città che avevano creato i loro genitori. Inarius, dunque, decise di privare i nephalem dei loro poteri, che di generazione in generazione, divennero semplicemente degli umani, ma Lilith non accettò di buon grado questo piano d’azione.

Diablo IV Lilith

Il suo odio crebbe, la sua rabbia non conosceva più confini, a tal punto da venire consumata dal rancore e dalla vendetta, finendo per diventare molto più simile al demone che abbiamo visto anche noi. Inarius, dopo aver compreso che Lilith era diventata una minaccia per tutti, decise di bandirla oltre i confini del vuoto, da cui i cultisti la riporteranno indietro.

Il nuovo Diablo IV sembra infinito, e va bene così

Come dicevamo all’inizio, non basterà sicuramente un articolo per scrivere tutte le novità che sono state inserite in questo nuovo capitolo, ma alcune di queste meritano senz’altro una menzione speciale. Innanzitutto, Diablo IV è diventato un gioco costantemente online, una direzione completamente diversa rispetto al suo predecessore.

Se infatti, in Diablo III, potevamo giocare tranquillamente in single player, per poi spostarci online una volta completato tutto il gioco, nel nuovo capitolo non sarà affatto così. Gli unici momenti di single player saranno specificatamente nel prologo e la prima volta che affrontiamo uno dei tantissimi dungeon che troviamo in giro per la mappa.

Diablo IV dungeon

In Diablo III potevamo imbatterci negli eventi a tempo trovati casualmente nella mappa di gioco, dove si potevano svolgere i più disparati incarichi come resistere ad un’ondata di nemici o proteggere una carovana. Lo stesso accade in Diablo IV, ma con la differenza che non dovremo più giocare da soli. Capita spesso che, vedendo un evento vicino nella propria mappa, infatti, un giocatore si unisca per aiutare e poi riscattare le ricompense.

Quest’ultime non sono condivise, nonostante il forziere sia unico: ogni giocatore può riscattare le proprie, senza il rischio di “rubare” loot agli altri. In questo modo, l’always online diventa un modo ben pensato di incentivare la cooperativa, anche senza la necessità di creare un party con i giocatori nella mappa.

Party che potrà comunque essere creato, invece, per completare un dungeon. Magari uno più complesso di quello che immaginavate. La meccanica del loot rimane sempre la stessa, e sarà più semplice affrontare le orde di nemici che vi si presenteranno.

Diablo IV viaggio nella mappa

Collezionabili, tantissime quest, sfide e quant’altro

In quel poco tempo disponibile per provare il nuovo Diablo IV, tante differenze sono saltate all’occhio rispetto al passato. Innanzitutto, si possono trovare una varietà importante di risorse, come piante da raccogliere e giacimenti, che nel precedente titolo non erano presenti.

Una novità, in particolare, semplice ma apprezzabile, riguarda il nuovo sistema delle pozioni: a cadenza di dieci livelli ci sarà la possibilità di andare da un alchimista che, utilizzando un certo quantitativo di erbe raccolte, potenzierà la vostra ampolla per permettervi di curare un maggiore quantitativo di punti vita in battaglia.

A proposito di alchimista, sembra che siano aumentati anche i personaggi non giocanti adibiti a specifiche mansioni: tra questi troviamo uno stalliere, che ci permetterà di utilizzare una cavalcatura; un guaritore, che curerà le nostre ferite e ripristinerà le nostre pozioni e un losco figuro (già presente alla fine della campagna di Diablo III) che, tramite il pagamento di un nuovo tipo di moneta, guadagnabile in alcune missioni specifiche o in determinati forzieri, ci darà un pezzo di equipaggiamento a scelta tra quelli presenti, che potrà risultare da comune a leggendario, in base alla fortuna.

Diablo IV schermata di caricamento

Tra i collezionabili, per esempio, ci è capitato di trovare in giro, viaggiando a piedi per tutta la mappa, le statue di Lilith. Ce ne sono tante e sono disposte in molti angoli nascosti. Una volta selezionata, la statua verrà segnata sulla mappa come ‘già visitata’ e darà punti esperienza.

Le sfide sono tantissime e ricalcano gli achievement che trovavamo già in Diablo III: si tratta di prove specifiche per ogni tipo di classe, come uccidere nemici tramite trappole o tramite colpi critici, se il nostro personaggio è un Tagliagole, oppure utilizzare tutte le armi a disposizione, nel caso di Barbari.

A proposito di armi: non esiste più la gestione dei set vista per la prima volta in Diablo III. In passato esisteva la possibilità di selezionare due tipi di set di armi, tramite la semplice pressione di un pulsante: in Diablo IV questa feature è stata modificata e un personaggio può utilizzare tutte le armi in base all’abilità scelta. Un Barbaro attacca con due spade, ad esempio, balza con una spada a due mani e turbina con il martello, tutto in automatico e senza particolare sforzo da parte del giocatore.

Map Diablo IV

Sguardo al gameplay: abilità rifatte a nuovo

Molto soddisfacente è la gestione delle abilità. Nel precedente capitolo, si assegnava una maestria con l’utilizzo di una runa, e il gioco era da considerarsi fatto. Diablo IV cambia profondamente le carte in tavola con molte, moltissime novità in tal senso.

È stato aggiunto e aggiornato un albero delle abilità con diverse meccaniche, in base al tipo di personaggio che si vuole costruire. Scegliere un Tagliagole non significa virare necessariamente verso una build da assassino: si possono selezionare abilità attive e passive per l’arco o per una lama che scompare e riappare alle spalle dei nemici; si può propendere per un killer con base danni da veleno, uno focalizzato sui danni ghiaccio e così via, in base ai propri gusti.

Inoltre, il gioco è stato leggermente “rallentato” durante la fase di combattimento, ma senza perdere la frenesia tipica della serie che tanto ha appassionato orde infinite di giocatori. Quando c’è da sguainare le lame, da questo punto di vista, viene concesso al giocatore di ragionare di più su dove si trovi e su come sia meglio posizionarsi in campo, rispetto al passato. A tale scopo è possibile sfruttare anche il salto, migliorato rispetto al titolo precedente, che permette di schivare colpi e raggiungere posizioni più sicure.

diablo IV albero delle abilità

Ode a Lilith, figlia dell’odio

Concludiamo questa esperienza di gameplay come meglio non si potrebbe, parlando di ciò che, a nostro parere, ha reso Diablo IV degno di essere giocato: Lilith, la figlia dell’odio. Premettendo che, durante la beta, era possibile soltanto giocare al prologo e all’atto I, ogni parere potrebbe non essere definitivo alla fine dell’avventura completa.

Lilith, per come è apparsa, a nostro avviso è il villain definitivo. Un personaggio di un carisma incredibile, che si mostra fin dai primi momenti del gioco con una chiara idea in mente e con un obiettivo da perseguire. In Diablo II e Diablo III, prima di imbatterci nel possente Signore degli Inferi, abbiamo dovuto attendere parecchio, mentre in Diablo IV, Lilith è una presenza incombente fin da subito.

Azzarderemmo un parere audace, indicando Lilith come straordinaria erede del famosissimo Diablo, degna di prendere il suo posto come nemesi numero uno. Ci auguriamo con tutto il cuore che il prosieguo del titolo le dia il giusto risalto che si merita e, soprattutto, ci auguriamo che anche gli altri giocatori possano apprezzare il titolo tanto quanto lo abbiamo apprezzato noi.

Diablo IV recensione

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Giovanni Noto Nani

Giovanni Noto Nani

Scrittore, videogamer, appassionato di fantasy, con l'ambizione di realizzare un sogno: vivere da barbagrigia sulle alture di Hrothgar Alto.

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