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Copertina di Kerbal Space Program 2

Kerbal Space Program 2 – Impressioni sull’Early Access

Far volare un razzo nello spazio non è un compito semplice. Contrariamente a quello che i film tendono a farci credere, il momento del lancio si porta dietro un lavoro di pianificazione progettazione immenso. In un panorama videoludico dove ci sono simulatori di qualsiasi tipo, non poteva manca un simulatore di volo spaziale. Ecco che entra in gioco Kerbal Space Program, uscito nel 25 aprile del 2015, che mette a disposizione del giocatore un’intera agenzia di volo spaziale e la possibilità di progettare il proprio razzo e di intraprendere missioni di esplorazione nell’infinito cosmico. Il tutto accompagnati da piccoli esserini verdi chiamati, appunto, Kerbal.

Il primo capitolo ha riscosso un certo successo per il livello di accuratezza e complessità con cui simulavano una missione spaziale accompagnata da una vena ironica e leggera. Il gioco si è rivelato talmente realistico da attirare le attenzione della NASA, dell’Agenzia Spaziale Europea e, persino, di Elon Musk. Una riconoscimento di tutto rispetto insomma.

A sorpresa nel 2019, viene annunciato il secondo capitolo. Dopo quasi 4 anni di sviluppo e a distanza di 8 anni dal primo titolo ecco che arriva Kerbal Space Program 2. Uscito in Early Access, il gioco promette un’esperienza ancora più accurata e un miglioramento del gameplay e di tutti i suoi aspetti. Abbiamo avuto la possibilità di provare il gioco e queste sono state le nostre impressione su questa build.

Ecco le nostre impressioni sull’early acces di Kerbal Space Program 2

Non avendo avuto modo di provare il primo capitolo e possedendo conoscenze di ingegneria aero-spaziale pari a zero, ci siamo approcciati al titolo completamente da neofiti non avendo idea di cosa avremmo potuto trovarci d’avanti in Kerbal Space Program 2.

Dopo una breve, ma divertente, introduzione siamo stati lanciati direttamente alla direzione del nostro centro spaziale. Da bravi giocatori abbiamo deciso di tralasciare il tutorial e di catapultarci direttamente nella costruzione e lancio del nostro razzo, “quanto potrà essere difficile?”.

Ci siamo resi subito conto dell’errore, e dopo aver visto la schermata di costruzione, con ben 12 sezioni per i vari componenti e fin troppe tabelle con dati e unità di misura, abbiamo umilmente deciso di tornare sui nostri passi e aprire il tutorial.

Huston abbiamo un problema

Come prima cosa, ogni sezione del tutorial ha il suo video introduttivo, che spiega la teoria su cui si baseranno le varie lezioni, proprio come un vero centro di addestramento. La prima lezione si è concentrata su come funzionano i razzi e da quali componenti sono formati, seguito, poi, da delle sessioni pratiche dove abbiamo appreso i comandi base.

Il gioco rivela subito la sua complessità e profondità di meccaniche. Ogni parte del nostro razzo ha una funzione specifica e una tabella descrittiva con importanti statistiche che permettono di scegliere i componenti giusti per il giusto obbiettivo. La scelta è talmente ampia da dare il capogiro.

Al seguito di una serie di lezioni incentrate su come far partire il nostro razzo spaziale, siamo arrivati a una delle parti più affascinanti e complesse di Kerbal Space Program 2: le manovre orbitali. La nostra navetta, dopo aver lasciato l’atmosfera, dovrà entrare in un volo orbitale intorno alla Terra al pianeta Kerbin, questa operazione avviene tramite un menù apposito che, oltre a darci una visione macroscopica della situazione, ci permette di gestire la velocità e la traiettoria del veicolo. Le manovre orbitali sono un aspetto che viene spesso tralasciato dalle rappresentazioni mainstream del volo spaziale e la loro inclusione aumenta la sensazione di realismo e di verosimiglianza.

Orbitare intorno a Kerbin è divertente ma non è quello l’obbiettivo finale. Come ogni buona agenzia spaziale, il nostro obiettivo è la Luna la Lua! L’ultima parte del tutorial si è concentrata su come lasciare un’orbita e volare verso quella di un altro corpo celeste. Dopo questa incredibile e complicata manovra il tutorial finisce, lasciandoci con un gigantesco dubbio: “ma come atterriamo ora”?

Mayday, Mayday

I problemi di cui soffre Kerbal Space Program 2 non si fanno attendere. Primo tra tutti è il tutorial che si rivela incompleto, mancando una delle meccaniche base fondamentali del gameplay, cioè l’atterraggio. Come si evince da quello che abbiamo detto in precedenza, il titolo gode di una certa complessità di fondo, è facile intuire che per atterrare con successo, cioè non andandosi a schiantare brutalmente contro il terreno, bisogna applicare tutta una serie di principi e manovre. Peccato che il gioco non ne spieghi nemmeno una.

Per chi ha avuto già esperienza con il primo capitolo questa operazione potrebbe risultare più facile ma per i neofiti è un’impresa quasi impossibile senza utilizzare alcun tipo di guida. Oltre a un tutorial incompiuto, che manca di uno degli aspetti fondamentali del gioco, c’è alche il problema della superficialità delle informazioni che vengono date al giocatore.

Proprio perché Kerbal Space Program 2 ha un approccio simulativo così complesso, avere un tutorial poco approfondito impatta negativamente sulla giocabilità. Il menù è composto da 12 sezioni con decine di componenti diverse e ci viene spiegato il funzionamento di una piccola percentuale di esse.

La mancanza è, probabilmente, dovuta allo stato di Early Access del gioco, ma dopo quattro anni di sviluppo un tutorial esaustivo dovrebbe essere uno degli aspetti primari. Non avere una spiegazione completa di una delle meccaniche fondamentali del gioco non è accettabile.

Lancio non proprio brillante

Altra carenza mostrata da Kerbal Space Program 2 è insita nei contenuti offerti da questa build, che contempla solo la partenza dei razzi, le manovre orbitali, l’atterraggio (sempre se si riesce a capire come atterrare) su alcuni dei pianeti del sistema solare ma nulla di più. Un’offerta che definiremmo alquanto magra.

Il sistema simulativo è solido e pieno di opzioni, se si sa dove mettere le mani, e la natura di sandbox permette ai giocatori di crearsi il proprio divertimento ma questo aspetto potrebbe non essere sufficiente ai giocatori. Il gioco presenta una road map con diversi obbiettivi che andranno a espandere le meccaniche di gioco e aggiungere nuove funzionalità e missioni.

Road Map di Kerbal Space Program 2

Sul fronte del comparto tecnico la grafica non è particolarmente degna di nota, abbiamo notato diversi cali di frame-rate e qualche bug grafico non proprio piacevole. Ovviamente, trattandosi di un Early Access, è probabile che questi problemi vengano risolti con la progressione dello sviluppo.

Tirando le somme

In tutta sincerità non ci sentiamo di consigliare, almeno per il momento, l’acquisto dio Kerbal Space Program 2. Il gioco ha meccaniche di base solide ed è un ottimo simulativo con un grande livello di fedeltà e complessità, ma manca di contenuti che possano spingere gli utenti a continuare a giocare. Il tutorial incompleto rende difficile ai neofiti l’approccio alle meccaniche di gioco che non sono proprio semplici. Speriamo che, con il progredire dello sviluppo, Kerbal Space Program 2 possa evolversi e donare un’esperienza migliore per l’utenza per ora il lancio del titolo è stato più simile a quello dello Shuttle Challenger che dell’Apollo 11.

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Luigi Parri

Luigi Parri

Sceneggiatore di fumetti in erba con grossi problemi di rabbia repressa. Finto portatore di Stand. Appassionato Metroidvania e drogato di Rogue-like. Non riesco a dormire senza il mio cartonato di Hideo Kojima.

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