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One Piece 1069 svela chi è Nika: qual è il concetto dietro la sua creazione e perché ha senso [SPOILER]

Nel capitolo 1069 di One Piece abbiamo scoperto dei dettagli importanti legati ai Frutti del Diavolo, specialmente per quanto riguarda la modalità in cui essi originano e cos’è che li rende delle entità “disprezzate” dalla natura.

Vegapunk afferma come Nika, la nuova forma che Luffy è in grado di ottenere, sia stato descritto all’interno dei testi antichi da lui visionati. Questi lo definivano come una divinità combattente, portatrice della liberazione.

Il suo aspetto ridicolo e il suo modo di fare estremamente giocoso lasciavano il sorriso sui volti delle persone, ed egli è stato anche definito come il “dio del sole”.

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La nascita di un Dio

Da quando l’Antico Regno è stato cancellato dall’esistenza in (quasi) ogni sua parte e forma, anche il nome di Nika sembrava perduto: tuttavia, la divinità non è mai scomparsa del tutto, e Vegapunk attribuisce come motivazione il fatto che le persone abbiano continuato a desiderarlo, a sognarlo, a pensare a questo Dio.

Questo perché egli sostiene che il mondo, e di conseguenza anche i Frutti del Diavolo, siano stati plasmati proprio dai desideri e dalle realtà che le persone hanno immaginato e dunque dalla potenza di forti sentimenti e pensieri, diventandone una sorta di materializzazione concreta.

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Questo concetto di materializzazione dei desideri non è poi così raro all’interno dell’immaginario giapponese. Un esempio tra tanti e che calza particolarmente a pennello in questo caso, potrebbe essere effettuato con un noto videogioco: Persona 5.

In Persona 5, i desideri più “distorti” sono in grado di dar vita a strutture complesse, che offuscano le menti delle persone e le portano a compiere azioni che non compierebbero mai in uno stato mentale “normale”. Invece l’umanità in generale, avente desideri che non hanno raggiunto un tale livello distorto, contribuisce con le sue aspirazioni, rimpianti e ambizioni alla creazione di una struttura infinita: il Mementos (attenzione: da qui in avanti potrebbero esserci spoiler relativi a Persona 5).

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Più avanti nella storia del titolo di Atlus vediamo come nel Mementos ha luogo la materializzazione di un enorme Santo Graal, nato dal desiderio dell’umanità intera, e che se ne nutre costantemente arrivando a crescere sempre di più nelle sue dimensioni e poteri. Il Graal nella mitologia arturiana è un elemento dai poteri miracolosi, in grado di fornire felicità, abbondanza infinita e giovinezza eterna, ed è utilizzato per rappresentare l’obiettivo ultimo a cui l’uomo vuole mirare.

Nel gioco, il Graal raggiunge una forma ancora più grande e volta a “salvare l’umanità”, presentandosi come l’incarnazione di Yaldabaoth, il Demiurgo, figura che si occupa di plasmare e mantenere l’universo, vicina quasi ad un essere divino. In altre occasioni, questo essere è descritto anche come un Dio del male inferiore e creatore del mondo, e appare come un Dio all’interno dell’Antico Testamento.

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Tutta questa digressione, allora, ci aiuta a comprendere la plausibilità dei desideri come causa scatenante dell’origine di Nika: ciò su cui vogliamo soffermarci è la modalità in cui il Graal in Persona 5 è nato, ovvero con il forte desiderio dell’umanità che può arrivare ad un punto tale da raggiungere la creazione di un Dio.

Più aumenta il numero di persone che credono e sperano in esso, più quest’essere potente ha la forza di prendere forma. E fintanto che essi crederanno in questo Dio, anche il suo potere rimarrà inarrestabile, continuando ad alimentare in eterno la sua esistenza.

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Marina Flocco

Marina Flocco

Fruitrice seriale di videogiochi, anime, manga, tutto ciò che è traducibile dal giapponese.

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